Angoli di storia nel mio roseto
In un uggioso
pomeriggio di montagna, con la pioggia che ostacola le passeggiate
quotidiane, riprendo il percorso di questo mio blog che si è interrotto, ormai
da mesi, per mancanza di tempo e forse di ispirazione.
Ne frattempo,
però, con la mia amica Valeria abbiamo avviato la pubblicazione di un altro
blog tutto dedicato al giardino e ad altre passioni comuni che, se vi va,
potrete sbirciare: http://ourrosecottagegarden.blogspot.com
Scorrendo gli
articoli scritti su questa prima piccola creatura editoriale che ho trovato il
tempo di rileggere, mi è venuta la voglia di aggiornare il racconto del mio
roseto in divenire, anche perché dall’ultimo post dedicato a questo argomento
di strada ne abbiamo fatta…. ormai le varietà presenti sono 40 tra nuovi
impianti ed esemplari già presenti.
Sono partita
dalle meravigliose rose inglesi di David Austin, veri capolavori rifiorenti,
dalle mille sfumature cromatiche e dal profumo delizioso, per scoprire, piano
piano, l’affascinante mondo delle rose antiche, cioè di quelle varietà coltivate
tra il rinascimento e i primi del '900. A farmi da guida in questo nuovo percorso alcuni
libri che suggerisco agli appassionati:
Sulle tracce di una rosa perduta, di Andrea di
Robilant che racconta della ricerca intrapresa dall’autore per scoprire
l’origine della rosa Moceniga. Il viaggio l’ha portato fino Parigi, sulle orme dell’Imperatrice
Giuseppina Beauharnais, prima moglie di Napoleone, ossessionata dalle rose che collezionava nel
giardino del castello della Malmaison.
Per scegliere gli
esemplari più adatti al mio roseto, ho consultato alcune preziose guide: Rose perdute e ritrovate di Mimma
Pallavicini e Carlo Pagani e Roses du
temps passè di Anna Peyron.
Dopo uno studio
accurato ho finalmente scelto le prime varietà che presento con molta
soddisfazione:
Souvenir de la Malmaison, dedicata al
roseto di Josephine e creata da Beluze in Francia nel1843. Basta guardare la
foto per capire la meraviglia che è questa rosa. Il colore delicato, i mille
giri che fanno i petali ripiegati verso
l’interno e il delicato profumo, la rendono un gioiello prezioso che consiglio
per ogni giardino. Vuole molto sole per dare il meglio di sé. Fiorisce
abbondantemente in primavera e riprende a intervalli regolari anche in estate.
Aimée Vibert, ibridata nel 1828 dal francese Vibert
che la dedicò a sua figlia, appartiene al gruppo delle Noisettes. E’ un rambler
vigoroso che si arrampica su archi, griglie e ogni tipo di supporto che possa
reggerne il peso. La mia sta camminando moltissimo sul pergolato della prima
piazzetta, dove prenderà il posto della vite ormai da eliminare. Produce
mazzetti di roselline dal bocciolo rosa scuro che, sorprendentemente, quando si
aprono sono bianchi come la neve. Nel 1902 Gertrude Jekyll espresse tutta la
sua ammirazione per questo magnifico esemplare rifiorente.
Boule de Neige, come dice il nome è un fiocco di neve:
i suoi boccioli sono rosati, ma racchiudono un cuore immacolato. E’ una
bourboniana dal fiore molto pieno. Le dimensioni ridotte la rendono anche
adatta ad essere coltivata sul balcone. Fu
ibridata nel 1867 dal francese Lacharme. La fioritura si ripete durante
l’estate. Il profumo è intenso.
Louise Odier, bourboniana creata da Margottin nel
1851, ha il fiore doppio, pieno, carnoso con sfumature che dal rosa passano a
dolci note di lilla. Molto profumata e rifiorente. Può essere coltivata in
mezz’ombra. Dopo una prima abbondante fioritura, la mia Louise si è fermata. Ha
subito un attacco impietoso da parte di piccoli bruchi che, nonostante i
trattamenti a base di aglio, ne hanno divorato le foglie. Spero in una ripresa.
Sto anche valutando di cambiarle posizione perché l’aiuola dove l’ho messa a
dimora, forse, non ha il terreno adatto. Come diceva Vita Sackville West, in
giardino bisogna essere pronti ad affrontare fallimenti e a rimediare, se
possibile.
Old Blush, rosa cinese di cui ho scritto su http://ourrosecottagegarden.blogspot.com. Affascinante la sua storia. Andrea di Robilant ha creduto
che fosse quella Rosa Moceniga di cui stava cercando traccia perché le somiglia
molto ed era presente nel giardino di Josephine, da cui forse proviene la rosa
protagonista del suo libro. Il fiore si apre spettinato e disordinato. Forse
non a tutti piace. A me affascina molto con i suoi tocchi argentanti. A mio
avviso non può mancare in una collezione che si rispetti perché è tra le prime
rose cinesi introdotte in Europa (forse nel 1789), alle quali dobbiamo la rifiorenza e i colori
rosso cremisi e giallo.
Baron Girod de L’Ain, che dire…..basta
guardarla per innamorarsene, anche se forse è poco conosciuta. Sicuramente è
unica con i suoi bordi orlati da una sottile riga bianca che ne definisce
delicatamente il contorno. Il colore è rosso cremisi e il profumo….tipico aroma
di rosa! Anche le foglie sono molto belle, verdi, robuste, sane. Fu creata nel
1897 da Reverchon. Cresce anche in terreni poveri e tollera la mezz’ombra. Un
vero gioiello per il collezionista.
(La) Reine Victoria, (Graham Thomas esclude l’uso
dell’articolo) splendida bourboniana dal fiore rosa delicato tendente al lilla
e molto pieno. L’ho scelta soprattutto per il nome. Essendo appassionata
dell’epoca vittoriana, mi è sembrato giusto ospitare la “Regina Imperatrice”
nel mio roseto. Il primo fiore si è aperto con una singolare forma di cuore.
Anche lei
predilige il sole per regalare fioriture abbondanti, ma tollera un po’ d’ombra.
Anche lei di
origini francesi, fu prodotta nel 1872 da Schwartz.
Cécil Brunner, appartiene
al gruppo delle Chinesis e fu
ibridata nel 1881 da Pernet. E’ un rambler dallo sviluppo florido che condivide un angolo
del pergolato con Aimée Vibert. Produce piccole roselline che si aprono come
perfette Rose Tea per poi
sparpagliare i delicati petali rosa.
Jacques Cartier è una Portland del 1868, che ho
acquistatoa da Anna Peyron nel magnifico contesto di Villa Della Porta Bozzolo
a Casalzuigno. Mi ha colpito il fiore piatto, spettinato e con una sorta di piccolo
bottone al centro. Rosa tenue e profumo intenso fanno di questo cespuglio dal fogliame verde
intenso un ottimo punto focale del giardino.
Adesso che questi
prime rose antiche sono state messe a dimora, non mi resta che
aspettare per vederle crescere e contornarle da altre piante che ne possano
esaltare la bellezza, in modo da creare angoli perfetti come
un’opera d’arte perché in fondo progettare un giardino è un esercizio di
creatività che ci ripagherà con la sua bellezza.
Stupende!!!
RispondiEliminaGrazie!!!
EliminaComplimenti, chissà che bello il tuo giardino pieni di colori e profumi.. io adoro la campagna e i giardini, con le mille sfumature create da fiori e piante, in particolare le rose.. buon lavoro 😘
RispondiEliminaGrazie. È ancora in divenire, ma piano piano realizzo un sogno!
EliminaChe bellissime rose davvero complimenti,,,sono contenta che hai ripreso il blog...aspettiamo tante nuove foto!!
RispondiEliminaGrazie Gabri!! In vacanza c'è più tempo :)
EliminaChe meraviglia queste rose! Ottima scelta, direi. Non vedo l'ora di vederle crescere attraverso il tuo blog.
RispondiEliminaGrazie mille! Non mancherò di condividerle con voi☺
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