Il linguaggio segreto dei fiori
Recentemente la mia biblioteca
dedicata al giardino si è arricchita di un volume molto prezioso: “The Country
flowers of a Victorian Lady”.
Si tratta di una preziosa raccolta di tavole botaniche ad
acquerello accompagnate da citazioni poetiche. L’autrice e illustratrice, Fanny
Robinson (1802-1872) iniziò questo “Libro della memoria” intorno ai
quarant’anni. Questo dato anagrafico, me la fa sentire molto vicina perché
anch’io ho scoperto recentemente la passione per l’acquerello botanico che studio da qualche anno.
Se un tempo era parte del percorso educativo
delle ragazze appartenenti all’alta borghesia (Beatrix Potter ad esempio) e
alla nobiltà, oggi la pittura ad
acquerello è diventata soprattutto un passatempo di nicchia che richiede una
buona capacità di osservazione, una certa manualità e quel tempo da dedicare a
sé stessi che purtroppo manca sempre, ma che vale la pena riuscire a trovare.
Anche Fanny dipingeva per
passatempo, ma era dotata di un grande talento naturale che le consentiva di
riprodurre con precisione varietà botaniche autoctone o recentemente importate dai paesi esotici. Nelle sue tavole, infatti, troviamo fuchsie, orchidee,
cactus, camelie, rododendri e azalee arrivati nel Regno Unito a bordo dei vascelli delle compagnie commerciali che ospitavano
spedizioni di botanici e naturalisti ansiosi di far attecchire nel vecchio
continente le loro strabilianti scoperte botaniche.
Le pagine dell’opera originale, donata
al Victoria and Albert Museum di Londra dagli eredi di Fanny, si presentano
come gli antichi manoscritti medioevali: con bordi e lettere iniziali finemente
decorati.
Sotto all’illustrazione, piccoli
componimenti poetici dell’autrice (probabilmente questo capolavoro era dedicato
a una persona cara) e citazioni da Shakespeare, Keats, Wordsworth e altri importanti
poeti britannici.
La cosa più interessante
dell’edizione in mio possesso (pubblicata da Apollo Publishing Limited) è la
spiegazione che Gill Saunders (del Department of Prints, Drawing and Arts del
Victoria and Albert Museum) da di ogni tavola, nella quale i fiori non sono
raggruppati casualmente, ma a seconda del significato attribuito in epoca
vittoriana ad ogni varietà: Ogni bouquet costituisce un vero e proprio messaggio in codice.
Come sarebbe bello possedere
ancora questa antica saggezza che consentiva di comunicare semplicemente
assemblando un mazzo di fiori. Certo, prima ancora di conoscere il significato
attribuito ai fiori bisognerebbe saperli riconoscere; poi ci vorrebbe il tempo
di andarli a cercare e di creare una bella composizione. Forse molti fiorai
sono ancora in grado di comunicare con i fiori, ma temo che anche tra i
professionisti si stia un po’ perdendo questo linguaggio d’antan così romantico
e che è al cuore di un capolavoro pubblicato qualche anno fa da Garzanti: “Il
linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh. La protagonista, che
forse non a caso si chiama Victoria, riesce a riscattarsi da un difficile vissuto, proprio grazie alla sua passione per i fiori e alla conoscenza del loro
linguaggio segreto.
Vi ho incuriositi? Ecco alcuni
significati attribuiti ai fiori più comuni. Provate a comunicare qualcosa a chi
volete bene con questo antico linguaggio perduto:
Fiore di Arancio: la tua purezza
è pari alla tua bellezza
Azalea: passione fragile ed
effimera
Begonia: cautela
Biancospino: speranza
Bignonia: fama
Bucaneve: consolazione e speranza
Calla: modestia
Camelia: il mio destino è nelle
tue mani
Ciclamino: tenera speranza
Dalia: dignità
Edera: fedeltà
Felce: sincerità
Fuchsia: umile amore
Gardenia: raffinatezza
Glicine: benvenuto
Lavanda: diffidenza
Margherita: innocenza
Orchidea: raffinata bellezza
Ortensia: distacco
Rosa muscosa: dichiarazione
d’amore
Rosa rosa: grazia, eleganza
Rosa gialla: infedeltà
Viola del pensiero: pensami
(significati tratti dal
dizionario dei fiori che Vanessa Diffenbaugh ha compilato confrontando diverse
fonti)
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