Vieyes, villaggio di Aymavilles

 Da anni ci passo davanti salendo a Cogne. Quel paesino tra la strada principale e lo strapiombo sul fiume Grand Eyvia mi ha sempre incuriosita e, negli anni, ho visto piccoli cambiamenti, segnali del ritorno della vita tra quelle case antiche che sembravano addormentate. Oggi mi ci sono fermata e ho scoperto davvero un angolino di mondo che vi voglio subito raccontare.



Nulla di speciale dal punto di vista architettonico: case di montagna in parte restaurate di recente, una bella chiesetta, nessun bar o ristorante che possa attirare il turismo tradizionale e la posizione a metà strada tra Cogne e Aymavilles non è allettante per un lungo soggiorno. Ciò che rende Vieyes speciale, tuttavia, è la grande bellezza che deriva dalla cura dei suoi abitanti, 20 in inverno, qualcuno di più in estate.

Ogni casa e ogni angolo sono pieni di fioriture sgargianti che mettono in risalto alcuni  dettagli antichi, come ad esempio il vecchio forno di comunità. I fiori creano immediatamente bellezza, non c'è dubbio!

Lungo tutto il borgo, poi, sono stati installati pannelli fotografici che ripercorrono la storia del luogo attraverso i volti dei suoi abitanti o degli edifici che hanno avuto una rilevanza per la piccola comunità, come ad esempio la scuola.

Ci sono poi i pannelli storici veri e propri che raccontanto di qualche evento importante per la collettività, come la costruzione della strada carrabile che sale verso Cogne e nella quale la comunità di Vieyes è stata coinvolta all'inizio del 1900.

Il recupero della memoria di un luogo è ciò che lo rende speciale e che lo riporta alla vita: in questo piccolo borgo ha aperto recentemente un B&B, vi si trovano case in affitto per gli escursionisti, per chi si vuole riposare o per chi sceglie di essere a metà strada tra Cogne e Aosta per potersi godere meglio anche qualche discesa a fondo valle che dal capoluogo della Valle del Gran Paradiso è più impegnativa.

Ho voluto raccontare di questo piccolissimo villaggio di montagna perchè io sono convinta che ogni borgo, ogni luogo abbia qualcosa da raccontare, un potenziale da riscoprire e da far fruttare. Pensate un po' se i tanti quartieri  di cui spesso ci lamentiamo, dicendo che sono brutti, sporchi o invivibili  avessero abitanti come quelli di Vieyes, pronti a investire sulla bellezza e sulla storia per riqualificare il luogo in cui vivono. Qualche anno fa non avrei certamente pensato di poter trascorrere una vacanza qui, adesso invece lo ritengo assolutamente possibile. 

La sporcizia e il degrado sono causati dai cittadini poco attenti al bene comune, non c'è dubbio. Gli stessi che poi, magari, sui social si lamentano a gran voce. Non sono gli amministratori o i sindaci a sporcare, creare discariche abusive ecc. ecc.  Un quartiere pulito, ben tenuto, dignitoso è appetibile sul mercato e anche le case acquistano maggiore valore. Da anni con gli amici del comitato culturale di cui faccio parte ci battiamo su questo tema. Continueremo a farlo perchè pensiamo che il nostro quartiere meriti davvero di essere 'rigenerato' grazie alla bellezza. L'essenza del nostro progetto 'La via delle rose' è proprio questa.

L'esperienza di Vieyes  che anche a Trasta, dove vivo, abbiamo in parte avviato con pannelli dedicati ai luoghi di interesse storico o a mostre fotografiche, è un percorso di 'Mappa di Comunità'. Cosa significa? Vi copio la definizione che ho trovato sul sito http://www.mappadicomunita.it/ e che mi sembra riassumere al meglio questo percorso di recupero dell'identità di un quartiere e dei suoi abitanti:

La mappa di comunità è uno strumento con cui gli abitanti di un determinato luogo hanno la possibilità di rappresentare il patrimonio, il paesaggio, i saperi in cui si riconoscono e che desiderano trasmettere alle nuove generazioni. Evidenzia il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che fosse in futuro. Consiste in una rappresentazione cartografica o in un qualsiasi altro prodotto od elaborato in cui la comunità si può identificare.

Viene in tal modo esplicitato un concetto “nuovo” di territorio, che non è solo il luogo in cui si vive e si lavora, ma che pure conserva la storia degli uomini che lo hanno abitato e trasformato in passato, i segni che lo hanno caratterizzato. Vi è la consapevolezza che il territorio, qualunque esso sia, contenga un patrimonio diffuso, ricco di dettagli e soprattutto di una fittissima rete di rapporti e interrelazioni tra i tanti elementi che lo contraddistinguono.

La mappa è un processo culturale, introdotto in Inghilterra all’inizio degli anni Ottanta e poi ampiamente sperimentato, tramite il quale una comunità disegna i contorni del proprio patrimonio; è più di un semplice inventario di beni materiali o immateriali, in quanto include un insieme di relazioni invisibili fra questi elementi. Deve essere costruita col concorso dei residenti e far emergere tali relazioni. Non si riduce quindi ad una “fotografia” del territorio ma comprende anche il “processo con cui lo si fotografa”.

Predisporre una mappa di comunità significa avviare un percorso finalizzato ad ottenere un “archivio” permanente, e sempre aggiornabile, delle persone e dei luoghi di un territorio. Eviterà la perdita delle conoscenze puntuali dei luoghi, quelle che sono espressione di saggezze sedimentate raggiunte con il contributo di generazioni e generazioni. Un luogo include memorie, spesso collettive, azioni e relazioni, valori e fatti numerosi e complessi che a volte sono più vicini alla gente che non alla geografia, ai sentimenti che non all’estensione territoriale.

Interessante, vero? Mi piace particolarmente l'idea di coinvolgere in questa mappatura i ricordi, le memorie personali degli abitanti più anziani. Basterebbe davvero poco per far diventare speciale ogni luogo, dipende da noi!


Commenti

  1. Buongiorno mi chiamo Matteo Armand e sono un abitante di Vieyes, ho apprezzato molto l'articolo , descrive perfettamente il nostro villaggio e lo spirito della comunità che lo anima, complimenti. Se vorrà passarci a trovare sarà la benvenuta.

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    1. Grazie Matteo, sicuramente tornerò perché ho veramente scoperto un angolo di paradiso. Complimenti per il vostro lavoro!

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