Slow Flowers: Il lungo viaggio di una rosa

Tra i fiori che le persone preferiscono acquistare o ricevere in dono, le rose sono sempre protagoniste. Belle, turgide, perfette, si reggono sui loro lunghi steli, a volte privi di foglie e generalmente senza spine per non rovinare la magia del donare o del ricevere. Il profumo? Quello spesso è molto lieve, a volte proprio assente, perchè? Ve lo spiegherò in un'altra puntata di questo viaggio tra i fiori recisi che ho intrapeso da qualche tempo. Oggi mi voglio concentrare sul lungo, a volte lunghissimo, viaggio che le rose, proprio quelle che forse in questo momento adornano il vostro angolo di casa più bello, hanno compiuto.

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Se pensate che quei fiori perfetti arrivino da un campo in piena terra, che siano stati baciati dal sole, bagnati dalla pioggia e coltivati da mani amorevoli, beh...purtroppo molto spesso siete fuori strada. Il grande mercato globale dei fiori non ha tempo per il romanticismo, anzi lo considera proprio nocivo per lo scopo fondamentale che si prefigge: il guadagno. Ogni singola rosa coltivata nelle grandi aziende è un numero, una cifra che, sommata alle altre, renderà un bel profitto, quindi nulla deve essere perduto, nulla si può lasciare al caso o alla clemenza del tempo e della stagione. Ogni bocciolo prodotto deve arrivare al consumatore finale in perfette condizioni per soddisfarlo e spingerlo ad acquistare nuovamente dal produttore. La filiera industriale dei fiori, dunque, non è molto diversa da quella di qualsiasi altro prodotto agricolo.
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                           Una serra 'idroponica' per la coltivazione fuori dal suolo

Le piante delle grandi industri florovivaistiche sono coltivate in grandi serre altamente tecnologiche e computerizzate dove si fa abbondante uso di pesticidi e fertilizzanti chimici che garantiscano il maggior profitto spesso, specialmente nel Sud del mondo, senza grandi precauzioni per la salute degli operai che entrano a contatto con tali sostanze. Quando il bocciolo sta per schiudersi (avete notato che le rose piene di petali che acquistate non sbocciano mai totalmente?), il fiore viene reciso e nuovamente trattato con funghicidi e conservanti, confezionato, inscatolato (a secco, senza acqua che ne velocizzerebbe il degrado) e spedito a bordo di voli cargo o, spesso, per risparmiare sui costi di spedizione, viene stivato sugli aerei di linea, in mezzo ai bagagli dei passeggeri.
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Una volta arrivato nel paese di destinazione, il carico di fiori viene ispezionato alla dogana per evitare di introdurre nel paese di arrivo nuovi insetti, malattie fungine o altro (droga qualche volta). Basta una foglia ingiallita o un petalo un po' più scuro per causare il blocco o la distruzione dell'intero carico, una perdita economica enorme, ecco perchè conviene di più al produttore trattare abbondantemente ogni fiore con prodotti chimici. Quando finalmente, la nostra rosa, proprio quella che ora è nel vaso sul tavolo della sala, viene sdoganata, inizia il suo cammino verso le aste o verso i grossisti (mercati dei fiori), nuovamente selezionata e messa in bella mostra per i fiorai che la sceglieranno per il loro negozio, dove, infine voi entrerete per acqusitare una bella rosa fresca, simbolo di buoni sentimenti e di bellezza. 
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Se consideriamo che la vita di una rosa recisa è di circa 10/15 giorni (quando in massima salute e trattata con prodotti chimici), che il suo deterioramento inizia appena viene tagliata dalla pianta e che, per quanto possa essere veloce il trasporto, passeranno almeno 3 giorni prima che arrivi nel negozio sotto casa....quanti giorni vi rimangono per godervela? Quante ne ha passate quel fiore prima di essere scelto da voi? Quante mani l'hanno toccato? Quanti prodotti sono stati utilizzati per farlo sopravvivere in casa vostra almeno 7 giorni? Inoltre, se siamo divenati tanto sensibili (forse) a ciò che arriva sul nostro tavolo, perchè non ci preoccupiamo anche dei fiori che usiamo per adornarlo? Li tocchiamo con le mani, i petali cadono sulla tovaglia, li facciamo annusare (a volte inutilmente perchè il profumo proprio non c'è) ai nostri figli. Se io voglio acquistare rose fresche, tutto l'anno, anche a Natale, mi sono mai posta il problema del viaggio che queste rose devono compiere per arrivare fino a me? A dire il vero, noi liguri e Italiani in generale, siamo più fortunati rispetto a chi abita in zone più fredde perchè dato che la Riviera è il principale serbatoio per i negozi di fiori dei nostri quartieri, almeno abbiamo la quasi totale certezza che essi non arrivino  dall'Africa, dall'Olanda o dal Sud America (alra storia per i mazzi acquistati nei discount e nei supermercati). L'Italia, inoltre, figura tra i primi cinque paesi produttori di fiori su scala mondiale e fra i primi dieci esportatori. Il mercato dei fiori di Bolzaneto (GE) è fornito da produttori di San Remo o Imperia, soprattutto, ma i metodi di conservazione e produzione delle rose, per portare avanti l'esempio scelto, non è molto diverso da quelli utilizzati dalle grandi multinazionali Olandesi o d'oltre oceano. Ogni fiore è un profitto incassato o perduto, è quindi necessario garantire la sua massima freschezza fino a che sarà acquistato dal consumatore finale.

                         L’hangar di Aalsmeer
                                                       Mercato dei fiori di Aalsmer, Olanda
Di ciò che significa "mercato globale dei fiori" in termine di salute, sostenibilità, lavoro equo e naturalità, il Mercato Equo e Solidale si occupa già da tempo e per sensibilzzare i consumatori alla necessità di spezzare la catena di questo circuito mondiale, negli USA  (ai primi posti tra i consumatori di fiori) è nato il movimento Slow Flowers che si prefigge di sostenere i coltivatori locali per una filiera floreale a KM0 che consenta di non dover utilizzare prodotti chimici per la conservazione del fiore che arriverà o direttamente nella casa del consumatore o nel negozio di quartiere.
I produttori sono, per lo più, famiglie che iniziano questa attività e la portano avanti con passione, usando metodi di coltivazione tradizionale e seguendo la stagionalità (con tutti i rischi che comporta) e che, pur producendo un fiore meno perfetto e, forse, meno durevole, garantiscono un prodotto realmente coltivato e non spogliato di tutta quella bellezza e romanticismo da sempre associati ai fiori. Stagionalità, come sto cercando di dimostrare con il progetto "Un bouquet alla settimana", significa scegliere i fiori che da sempre la natura produce nella stagione in cui ci si trova. In autunno non posso avere tulipani o i narcisi, a meno che non sia consapevole che se li scelgo, arriveranno da molto lontano. Essere consapevoli, come sempre, vuole dire prima di tutto informarsi, e chiedere al nostro fiorista di fiducia da dove vengono i meravigliosi fiori esposti con tanta abilità nella sua vetrina, ben consapevoli, certamente dell'importanza che il mondo florovivaistico ha per l'economia del nostro paese, ma interessati sempre a fare quella scelta giusta che ci può rendere protagoisti di un mondo migliore.

Le informazioni contenute nell'articolo sono tratte dal bel libro di Amy Stewart "Flower Confidential" . Le foto sono tratte dal web. Prossimamente, approfondirò il tema relativo al mondo, alla stagionalità e alla chimica del fiore reciso perchè acquistare un fiore, per molte persone che non dispongono di giardini o terrazzi, è un ottimo modo di avere la natura a portata di mano. Il mondo dei fiori è immenso, ma per me parte dal mio giardino che coltivo con passione stagione dopo stagione e che non posso non associare a tutto quel romanticismo che manca nella grande produzione industriale. State seguendo i miei bouquet settimanali? Ringrazio gli amici che su Facebook rispondono ai miei quesiti floreali, seguitemi perchè tra qualche tempo ci sarà una sorpresa per uno di voi!

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