Due passi in giardino

In questi ultimi tempi ho interrotto la serie dei bouquet stagionali perchè sono stata molto impegnata con il Roseto del cimitero di Murta. Quando si segue  un sogno così importante per il territorio si deve, inevitabilmente, fare la scelta di trascurare un po' i propri  progetti personali e così è stato. Conto di riprendere al  più presto anche perchè stanno fiorendo le dalie, le zinnie, le ortensie e tutti i fiori che, spero, andranno a comporre tanti bouquet da regalare o da regalarmi.
Mi è mancato molto questo mio diario personale, un blog nato per caso in cui scrivo delle mie passioni. Qualcuno sostiene che l'era dei blog sia conclusa, che la gente preferisca i post mordi e fuggi dei social e forse davvero è così. Io, però, non voglio rinunciare a questo spazio in cui riesco a condividere ciò che imparo in questo mio cammino fatto di fiori, di giardini, di tè e di bellezza. Io racconto e se qualcuno mi vorrà leggere e trarrà qualche consiglio dai miei articoli, ne sarò felice, altrimenti avrò comunque trovato un luogo tutto mio per dare voce ai miei pensieri.
 Per riprendere un po' il filo del discorso oggi voglio portarvi nel mio giardino. Ci lavoro da quasi dieci anni e finalmente inizio a vedere i risultati di studio, lavoro, errori e cambiamenti. Non ci si improvvisa giardinieri, è necessario sporcarsi realmente le mani, faticare, studiare e non considerare mai il lavoro concluso. E' così! Il vero giardiniere vede continuamente qualcosa da fare, da modificare e da migliorare. Come un'artista deve seguire le sue ispirazioni e provare a dar loro forma sulla tela (verde) che il proprio terreno offre. 
Durante il lockdown dovuto al Corona Virus, con la mia famiglia abbiamo lavorato molto in questo terreno che circonda la casa. Abbiamo fatto lavori che attendevano da anni, ci siamo goduti ogni istante della primavera e delle sue fioriture e ci siamo potuti soffermare ad ammirare i risultati del nostro lavoro. 
Il mio non è un giardino classico inteso come grande prato che circonda la  casa. E' costitutito da varie zone: terrazze con aiuole e fasce che salgono verso il bosco. Difficile dare un senso di continuità, così ho deciso  di creare varie stanze: zone a tema che si stanno man mano concretizzando. 
Nelle aiuole delle terrazze ci sono rose, hydrangee e erbacee ispirate allo stile cottage inglese che a me piace molto e che si ispira agli insegnamenti di Gertrude Jeckyll che amava accostare piante con colori contrastenti e fioriture che si susseguono nel tempo. 
La prima fascia, che è ancora un grande work in progress, ospita quello che vorrei diventasse una zona prevalentemente di rose con tonalità che dal rosa sfumano verso gli aranci e i gialli. Da qui si accede a quella che abbiamo sempre chiamato "terra di nessuno" un corridoio al confine con il terreno dei vicini rimasto incolto da sempre. Lì ho radunato le rose da sciroppo e i crisantemi da recidere per i bouquet. E' una zona poco in vista dove posso, quindi, anche permettermi di tagliare i fiori senza danni al quadro d'insieme.



Salendo lungo un vialetto si giugnge al giardino bianco composto prevalentemente dal Philadelphus che esplode  di fiori in primavera, da Hydrangee quercifoglie Harmony e dalle mie adorate arborescens Annabelle che all'ombra dei noccioli diventano una siepe incantata. 



A lato, i un angolo, le rose ritrovate: in ogni giardino di rose ci deve essere uno spazio per le trovatelle senza nome,vero?

                    







Scendendo alcuni gradini ecco il vero e prorpio cottage garden: trionfo di mille colori ispirati ai giardini inglesi che amo tanto.

Salendo verso il bosco, infine, sto tentando di realizzare un viale di camelie e magnolie che attirerà gli sguardi a fine inverno...ma questa è una pagina ancora tutta da scrivere.

"Niente è mai perfetto, niente è mai finito. I giardini sono luoghi di vita, non si può smettere di farli progredire" Lavinia Taverna




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