Fiori lenti dal nostro giardino, bouquet # 42 - Slow flowers from our garden

 Il bouquet 42 è ancora una volta composto soprattutto da dalie e zinnie, grandi protagoniste del mio giardino in questo calda estate 2020.

Come ho avuto già modo di dire, e come si sarà capito, uno dei miei sogni nel cassetto è quello di avere una 'Flower Farm', cioè una fattoria in cui coltivare fiori da taglio biologici ed ecosostenibili, cioè distribuiti a livello locale, a Km0. In attesa di trovare un terreno adeguato ad avviare questo progetto (se mai ci riuscirò), ho iniziato a sperimenare nel mio giardino la coltivazione di alcune specie adatte al reciso e sicuramente le dalie e le zinnie mi stanno dando un buon risultato. Bisogna pur iniziare da qualche parte, no?

Gli ingredienti di questo mazzo sono: 

2 dalie 'Cafè au lait'

2 dalie 'Lavander perfection' (di cui una ancora semi chiusa)

3 zinnie (per il momento ho usato un mix di semi del discount, quindi non conosco i nomi delle singole varietà)

1 dalia a fiore doppio di cui non conosco il nome

Come 'filler' qualche fiore di Daucus carota (che raccolgo nella campagna vicino a casa) e alcune spighe blu cobalto di Salvia farinacea 'Victoria'.

Nell'ambito di questo progetto di bouquet settimanali, ispirato al movimento Slow Flowers di Debra Prinzing, vorrei far passare non solo il messaggio di quanto possa giovare la presenza di un mazzo di fiori in casa (regalato o acquistato), ma anche stimolare chi mi sta seguendo a interrogarsi sulla provenienza dei fiori che scegliamo, esattamente come accade per la frutta e la verdura. Prima di mettere fiori su un tavolo o, a maggior ragione, prima di usarli su un dolce come decorazione, ci dovremmo chiedere come sono stati coltivati, quali prodotti sono stati usati nella lotta agli insetti nocivi o come concime. Dovremmo poi essere consapevoli della distanza percorsa da quei fiori prima di giungere nelle nostre case e sapere per certo che i tulipani ad agosto non ci sono e onde evitare di farli arrivare in aereo dall'Olanda o dal Sud Africa (per fare qualche esempio) dovremmo rassegnarci a scegliere altri fiori. E' un discorso complesso e anche se sono stati fatti passi da giganti grazie ad alcuni coltivatori e fiorai, ci vorrà del tempo per creare la cultura del mercato dei fiori eco-sostenibile. D'altronde anche la filosofia Slow Food, che oggi è quasi data per scontata, ci ha messo un po' a vincere le titubanze dei consumatori. Spero di dare, nel mio piccolo, un contributo convincendo, almeno i miei conoscenti, che i fiori regalano bellezza, tanto più se sono amici dell'ambiente. 


💚💜💛💙

Dahlias and zinnias again for my bouquet # 42 of this long year in flowers. As I've written many times, the aim of this project is to show my readers that a bouquet or a flower arrangement can add a touch of beauty to their homes and lives especially when they're seasonal and locally grown. I'm deeply interested in the Slow Flower movement launched by Debra Prinzing in the USA and I'm happy to give my little contribution in spreading the idea that 'grown, not flown is better'. One of my dreams is of having a flower farm where to grow and sell flowers to florists and flower-designers in my local area. At the moment, I'm testing some cut flowers varieties in my garden to see how many blooms I can get and, as far as now, I'm pretty satisfied especially with dahlias and zinnias. A seasonal bouquet is made up of focal flowers, but also of fillers and in this bunch, I've foraged Queen Ann's lace and the blue panicles of Salvia farinacea 'Victoria' that add colour and movement to the bouquet.



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