Piante da scoprire: Camellia sinensis, la pianta del tè
Tra le varie fioriture autunnali che il giardino mi regala in questi piovosi giorni di fine ottobre, una in particolare mi affascina e mi sorprende: quella della Camellia Sinensis, cioè la pianta del tè.
E' un arbusto che, se lasciato crescere arriva anche a dimesioni importanti. Non bellissimo da punto di vista estetico. Forse è un po' la Cenerentola del genere Camellia al quale appartengono le sue più note sorelle, coltivate per la bellezza delle fioriture primaverili (o invernali nel caso delle 'sasanqua').
Ma questa pianta, così dimessa e semplice con i suoi fiorellini bianchi, nasconde la sua ricchezza proprio all'interno delle sue foglie dalle quali si ricavano tutti i tipi di tè. E se credete che il tè sia tutto uguale, beh amici vi sbagliate di grosso! Anche io lo credevo, prima di innamorarmi di questa bevanda millenaria arrivata dall'oriente per sconvolgere completamente le abitudini alimentari di gran parte del mondo occidentale. Solo noi italiani non abbiamo ancora una vera e radicata tradizione del rito del tè. Ci stiamo lavorando da qualche anno con il nostro progetto: L'ora del tè in Val Polcevera che è diventato un bellissimo libro edito da Sagep e che vuole proprio intrecciare, sulla tavola imbandita per il servizio del tè, la cucina di Liguria a quella anglosassone.
Le proprietà benefiche contenute in una foglia di Camellia sinensis sono infinite: antiossidanti, antiasmatiche, diuretiche, regolatrice dell'intestino e del colesterolo. Molti studi, anche recenti, confermano l'apporto positivo alla salute di chi consuma tè regolarmente, associandolo ad uno stile di vita sano, naturalmente.
Nei germogli e e nelle giovani foglie che spuntano a primavera, queste sostanze benefiche sono super concentrate e man mano che la foglia matura, vanno diminuendo. Anche il processo di lavorazione che porta ad ottenere i diversi tipi di tè comporta una dispersione delle proprietà che saranno massine nei tè bianchi e verdi per dimiuire in quelli neri e fermentati che subiscono un lungo processo di trasformazione. Le foglie di Camellia siensis, come è noto, contengono anche caffeina ed è erroneo credere che nei tè definiti neri ce ne sia di più che in quelli verdi. La lavorazione fa disperdere anche questa molecola che è maggiormente presente nelle foglie giovani. Quindi per conoscere il reale contenuto di caffeina nel tè che si consuma è necessario informarsi su molti aspetti della sua produzione, sui corretti tempi di infusione per ogni varietà o dare ascolto a come il nostro organismo reagisce all'assunzione di un particolare tipo di tè.
Insomma, il mondo che ruota attorno a questa pianta è un vaso di Pandora che, una volta scoperchiato, non smette di insegnarci qualcosa.
Tornando alla pianta di questa settimana. Avete mai desiderato coltivare il tè? Non è semplicissimo per la verità. Il segreto è mantenere la terra umida e avere un terreno ben drenato e con ph acido.
Oltre alla Camellia sinensis sinensis che vedete in foto, anche la Camellia Assamica e la Camellia lasio calyx vengono usate per produrre tè.
Le piante che ho in giardino, in realtà sono in affido. Le sto curando in attesa di valutare se piantarle nel Roseto di Murta dovre terrebbero compagnia alle Rose cinesi che solcarono i mari con loro a bordo dei vascelli della Compagnia delle Indie britannica. Vi ho incuriositi? Venite a visitare il Roseto, vi racconterò di più....
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