Piante da scoprire: Coffea arabica



 Si dice che il vero intenditore di te' non beva caffe per non compromettere la capacità di degustare e riconoscere le infinite varietà di quella bevanda millenaria. Sicuramente è giusto, ma da semplice appassionata e non esperta sommelier, posso permettermi di sgarrare a questa norma. Anzi, devo ammettere che sono sempre stata una grande bevitrice di caffè, prima ancora che si te'. Non esiste che io possa iniziare una giornata senza la mia tazzina bevuta in solitudine e in assoluto silenzio! E a metà mattina una pausa caffè per me è fondamentale.

Anche la storia del caffè è molto interessante. Questa bevanda, che si consuma seguendo diverse ritualità nei vari paesi del mondo, come è noto è arrivata in Europa ancora prima del te'. La sua storia si intreccia a quella degli esploratori di fine '400, anche se in Africa era già in uso da tempi precedenti. Con la conquista dei paesi del sud del mondo da parte degli Europei e a causa delle affinità climatiche tra i paesi della fascia equatoriale, le piantagioni di caffè si diffusero rapidamente, facendo del sud America uno dei principali produttori mondiali con i problemi legati allo sfruttamento dei lavoratori che, purtroppo, conosciamo.

Ma questa non è una rubrica dedicata alle piante? Vi starete chiedendo e in effetti, questa lunga introduzione, mi porta proprio a parlarvi della pianta dal cui frutto si ottiene il caffè: la Coffea arabica.

Originaria degli altipiani etiopici,  è una bella pianta dalle grandi foglie verdi che ama il caldo. Io ne ho acquistato un esemplare da Nuovo Garden qualche anno fa ed è sempre rigogliosa. L'unico accorgimento è quello di portarla in casa ai primi freddi perché non sopporta repentini abbassamenti della temperatura. Quindi, in estate la tengo in giardino e dall'autunno alla primavera, diventa una bella presenza in salotto.  Purtroppo, la mia pianta non ha mai prodotto fiori nè frutti, almeno fino ad ora. Per farlo, forse,  necessita proprio del clima giusto che si può riprodurre solo in serra.

Come avrete capito leggendo questo diario del giardino, mi piace molto conoscere la storia della diffusione delle mie piante e anche quella degli ingredienti che compongono della mia alimentazione. Come dicevo nell'introduzione, tè e caffè fanno parte della mia quotidianità, ormai. E le loro storie, tutto sommato, si sono intrecciate nelle case di molti, direi. Prima dell'arrivo del tè, il caffè veniva usato come bevanda calda ed energizzante un po' ovunque in Europa. In Italia il caffè è legato all'arte del ricevere molto più del tè, sicuramente. Basta aprire le credenze delle nonne e vi troveremo senz'altro un servizio buono da caffè, mentre non in tutte le case se ne trovano da tè, avete mai notato? Insieme al caffè, la nobiltà europea del 1700, era solita consumare cioccolata calda prima di lasciarsi affascinare dal rito del tè all'inglese. Insomma, avrete capito che oltre alle piante amo tutto ciò che ruota attorno a queste due bevande che creano momenti di condivisione e di convivialità.

Come dicevo, la Coffea arabica è una presenza che arricchisce con la sua folta chioma un angolo del salotto. Non ho, al momento, molte piante da interno. Solo orchidee e un comunissimo Potos in bagno. Mi sono, però, ripromessa di inserirne di più perché diventano ottime alleate nel rendere la casa più sana e "rilassante". È, infatti, comprovato da numerosi studi che la presenza di piante in ambienti chiusi contribuisce a ridurre lo stress grazie alle sostanze benefiche che queste rilasciano, ma anche per il semplice fatto che prendersene cura ci fa stare bene: è un po' come succede in giardino: la gestualità del curare una pianta contribuisce a farci staccare la testa dalle preoccupazioni immediatamente, con un generale e pressochè immediato senso di benessere. Provate! Ne trarrete giovamento.



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