Piante da scoprire: le graminacee (e non chiamatele erbacce)

 Lo so, il titolo di questo post susciterà il terrore  a chi soffre di allergie (tra cui probabilmente anche io, devo fare i test😓), ma le piante di cui vi voglio parlare oggi sono una mia passione recente, troppo belle per rinunciarci.

Guardando le foto direte: 'ah! Le erbacce!', sì, proprio loro! Per anni le abbiamo estrirpate, falciate e odiate. Le guardiamo con disprezzo se le vediamo nei campi o lungo le strade, o quanto meno le ignoriamo, e così facevo anche io fino a qualche anno fa. Cosa mi ha fatto cambiare idea? Prima di tutto le foto di alcuni giardini inglesi spesso proposti su Gardenia. Vedere queste piante spontanee usate sapientemente dai paesaggisiti del nord Europa o del nord America mi ha aiutata a vederle con occhio differente, ho cominciato a mettere da parte i miei pregiudizi e ad apprezzarle per il loro valore decorativo. 

Uno dei paesaggisti che maggiormente ha contribuito a diffondere la passione per queste piante è stato l'olandese Piet Oudolf, autore di prestigiosi giardini nei quali fa abbondante uso di graminacee, uno su tutti è il meraviglioso giardino linerare dell'High line di New York: un tratto rialzato di ferrovia commerciale dismesso a Mahattan che, grazie all'interessamento di un comitato di cittadini, è diventato uno splendido parco, fruibile alla cittadinanza. Oudolf crea giardini naturali che si fondono con l'ambiente circostante, sempre attento a creare in essi un tocco di interesse in ogni stagione.

 La nascita della progettazione del così detto 'Natural garden' risale all'epoca vittoriana quando il paesaggista William Robinson, seguito dalla grande giardiniera Gertrude Jekyll, si inserì sul percorso già avviato a fine '700 da Lancelot Capability Brown, opponendosi alla rigidità dei giardini formali alla francese. Robinson elevò all'ennesima potenza l'intuizione di Brown e diede vita al giardino da cottage in cui si realizzano bordure miste dall'aspetto spontaneo, naturale, appunto.

L'introduzione delle graminacee nel lavoro dei paesaggisti ha fatto compiere un ulteriore passo avanti a questo nuovo modo di progettare il giardino che secondo me è davvero affascinante. 

Noi le chiamiamo genericamente graminacee, ma il nome scientifico di questa famiglia è Poaceae. Sono diffuse in tutto il mondo, ne esistono anche specie acquatiche. Anche il grano, il riso e l'orzo ne fanno parte. Sono tipiche sopratutto di steppe e praterie. Ne esistono quasi 600 generi. Tra i più usati in giardino abbiamo il Miscanthus, Stipa tenusissima, Pennisetum, Mulhembergia capillaris e la così detta erba della Pampas che, tra l'altro cresce anche nel torrente Polcevera e che consiglio di scegliere solo se avete un posto sufficientemente grande in cui posizionarla. Quasi tutte le graminacee ornamentali producono spighe nelle quali sono contenuti i semi. Il periodo di fioritura dipende dalla specie, ma in genere fioriscono da inizio estate ad autunno inoltrato, regalando al giardino un tocco di grande fascino con il loro colori e i loro movimenti sinuosi.

due varietà di Pennisetum 

Molti sono i vivai che anche in Italia hanno iniziato a proporre, già da diversi anni, graminacee decorative: Cascina Bollate, Angelo Paolo Ratto, I giardini e le fronde e qui in zona, devo citare ancora il bravissimo Diego Campora di Nuovo Garden (Borzoli), sempre attento a introdurre nuove proposte per i suoi clienti.

Muhlembergia capillaris

E' da lui che ho acquistato le mie prime graminacee, ma confesso di aver dimenticato  di fotografarle e in questo momento c'è il diluvio....prometto di recuperare, intanto crescono ancora un po' perchè erano piccoline...stay tuned!

Le immagini sono tratte dal web, tanto per darvi l'idea delle meraviglie che si possono creare con queste piante che sono di facilissima coltivazione, tra l'altro. Bisogna dedicare loro un po' di cura nei primi tempi dopo l'impianto con regolari annaffiature,  poi andranno da sé, per questo sono ottime compagne di piante che, alla lunga, non necessitino di acqua abbondante come le rose. Vanno potate a fine inverno, sfoltendo le parti ancora in vegetazione e tagliando radicalmente quelle secche.   Se optate per la coltivazione in vaso, sceglietene uno profondo almeno 22 cm.





















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