Di rose, di diritti, di bellezza...

 'Vogliamo che i nostri ospedali siano anche belli, scandalosamente belli, perchè la bellezza diventa segno di rispetto verso persone profondamente segnate dalla guerra o dalla malattia e un luogo bello offre le condizioni essenziali per recuperare dignità nella sofferenza'

                                                                             Gino Strada, chirurgo e fondatore di Emergency

Anche questo grande uomo di pace era un convinto sostenitore del motto che ho fatto mio in questi anni: 'La bellezza ci salverà'. Gino Strada, da poco scomparso, era certo che la bellezza potesse aiutare i suoi pazienti durante la loro lunga convalescenza e, in molti degli ospedali creati da Emergency, il bello si concretizza anche nella presenza di un giardino curato e pieno di fiori. Sul sito di Emergency, nella sezione intitolata: 'La nostra idea di cura' si legge: 

'Dotiamo ogni ospedale di un giardino, di spazi gioco per i bambini e luoghi di aggregazione: i nostri ospedali sono belli, oltre che funzionali, perché la bellezza riconosce rispetto e dignità'

Questo grande paladino dei diritti civili era convinto che anche vivere in un luogo bello e dignitoso fosse un diritto per cui lottare, specialmente in quelle zone del mondo in cui ogni gioia sembra essere negata. 

'Attorno a quei giardini di rose, di girasoli e di cespugli fioriti si radunano i pazienti dell'ospedale. E quei pochi metri quadrati di colore e pace diventano il loro punto di ritrovo, il loro sfogo per lo sguardo e la mente'. Queste sono le parole di Roberto, infermiere  di Emergency in Afghanistan: testimonianza forte e commovente di quanto un piccolo giardino possa fare per chi soffre nel corpo e nello spirito. 

Gli ospedali di Emergency hanno uno standard di pulizia e bellezza che dalle nostre parti spesso manca, eppure si trovano in zone devastate che sembrano non poter conoscere la pace, questo dovrebbe far riflettere molto perchè significa che, se si volesse, si potrebbe rispettare il diritto alla bellezza anche nei luoghi di cura occidentali (e come al solito, mi spingo a dire, anche nei quartieri di periferia dove regna il dregrado).

Tra i vari centri medici creati da Emergency in Afghanistan vi voglio parlare di uno in particolare: il centro di maternità di Anabah, nella Valle del Pashir, dove purtroppo è tornata la presenza terribile dei Talebani. Qui non solo ci si prende cura dei bimbi appena nati, ma si monitorano e si curano le patologie prenatali, offrendo un supporto particolare alle mamme: quelle donne che sotto il regime estremista che purtroppo sta tornando non hanno mai avuto nessun tipo di diritto. Anche qui, l'ospedale è circondato da uno splendido giardino di rose che con la loro bellezza e il loro profumo danno beneficio ai nuovi nati, alle loro mamme, agli altri pazienti dell'ospedale e al personale medico e infermieristico che in loro trova un po' di ristoro. Ricordo con commozione quello che mi disse una volta un altro medico di guerra, il Dottor Giuseppe Maria Rissone al quale abbiamo intitolato il Roseto di Murta: 'Dopo ogni missione, aspettavo con ansia di tornare dalle mie rose per trovare la pace'.

Da amante delle rose quale sono, mi viene la curiosità di conosere quali siano le varietà scelte per i giardini degli ospedali. Mi spingo a ipotizzare che, dato il clima e la vicinanza a India e Pakistan, potrebbero essere rose di origine Cinese (che in India furono trapiantate dagli inglesi), forse le tè o ibridi di té con grande resistenza alla siccità che sta selezionando proprio nel subcontinente il grande ibridatore Viru Viraraghavan? Chissà, pura curiosità di appassionata.

Tutti conoscete le attività di Emergency, ne sono certa. Ora più che mai, c'è bisogno di loro in Afghanistan. Le notizie che arrivano sono davvero sconfortanti e tragiche. Dobbiamo sostenere il loro operato parlandone e finanziando i vari ospedali. Putroppo anche in altri paesi la guerra non cessa, anche se non se ne parla. 

Vi lascio il link al sito (dal quale ho tratto le immagini): non lasciamoli soli!

https://www.emergency.it/

Facendo qualche ricerca sulla presenza di rose in Afghanistan, mi sono imbattuta in un altro progetto molto interessante creato da una ditta di cosmetici tedesca nei primi anni del 2000 e chiamato: 'Rose per Nangahar'. Lo scopo, in questo caso, è di promuovere la coltivazione di Rose Damascene al posto di quella di papaveri da oppio. In questo modo si crea una filiera di produzione dei prodotti derivati da questa rosa slegando il lavoro di molti coltivatori dal mondo della malavita e, tra l'altro, riportando in vita la tradizionale produzione di olio di rosa, tipico di questo paese terribilmente martoriato e sfortunato. Un progetto simile era già stato avviato qualche tempo prima in Iraq con soddisfacenti risultati anche per quanto riguarda la ricaduta sullo stile di vita degli agricoltori coinvolti. Possono le rose essere uno strumento di legalità? A quanto pare sì. 

Se volete saperne di più su questi prodotti solidali ecco il link dell'azienda cosmetica che lo cura, le foto sono tratte da qui:

https://www.drhauschka.de/en/cosmos/values/organic-raw-materials-from-around-the-world/cultivation-partnerships-worldwide/essential-rose-oil-from-afghanistan/

La Rosa x Damascena è un ibrido antichissimo orignario dell'Asia Centrale derivato da Rosa Gallica, Rosa Moschata e Rosa Fedstschenkoana. Fu portata in Europa già dai Romani che la diffusero anche in Inghilterra e dai crociati. Secondo la mitologia greca, era il fiore preferito di Afrodite e i suoi petali profumatissimi allietavano i baccanali dei romani che ne erano quasi dipendenti, tanto da riuscire a costruire serre riscaldate per prolungarne la fioritura. 

La sua coltivazione a scopo di produzione dei derivati è molto diffusa in medio oriente e in Bulgaria, specialmente nella famosa valle di Kazanlak da cui proviene l'olio essenziale di rosa damascena più pregiato. Ci sono diverse cultivar  in commercio, le più note sono 'Kazanlik', 'Ispahan' e 'Quatre sainsons', nessuna delle quali ha una rifiorenza paragonabile a quella delle Chinensis. Questa classe di rose che ha avuto una grande importanza nel corso del 1800, il secolo delle rose, quando fu incrociata con le Chinensis, dando origine ad esempio alla classe delle Bourbon (la cui storia ho descritto sul blog di www.rosetodimurta.it).



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