La notte magica del solstizio di inverno

 Che io sia affascinata dalla natura e dai suoi cicli, ormai si è capito. Alzando lo sguardo dal giardino di cui di solito mi occupo, ho scoperto davvero infinite possibilità da indagare. La scorsa domenica ho voluto celebrare la luna piena di dicembre, ultima luna dell'anno, che si chiama luna fredda o luna del solstizio  perchè sorge a poche ora dalla notte più lunga (o dal dì più breve che dir si voglia) che segna il passaggio del testimone dall'autunno all'inverno. Contrariamente a quanto riporta la tradizione, quindi, il giorno più corto che ci sia non è Santa Lucia, ma quello in cui si verifica questo fenomeno astronomico che generalmente è il 21 dicembre.

Una notte celebrata da millenni come un rito di passaggio: in queste ore buie piano piano la luce si farà strada, vincerà le tenebre e un nuovo sole potente nascerà. Dopo il solstizio, infatti le giornate tornano ad allungarsi annunciando la primavera, anche se ci vorranno ancora i freddi mesi invernali per vedere i primi germogli perchè la rinascita richiede tempo e riposo per raccogliere le energie necessarie ad affrontare al meglio la bella stagione.

Le celebrazioni legate a questa notte magica sono davvero tantissime, cercherò di riepilogare solo le più note. Partiamo dal nome di questo fenomeno astronomico che significa: 'Sole che si ferma', dal latino 'sol' e 'sistere' perchè si ha come l'impressione che davvero il sole rimanga fermo sul punto più basso dell'orrizzonte a mezzogiorno. Gli antichi romani nei giorni compresi tra il 17 e il 23 dicembre celebravano le Saturnalia, in onore di Saturno, dio dell'agricoltura con scambio di doni e riti propriziatori per il raccolto futuro. Questi erano anche i giorni del: 'Sol invictus', il sole che sorge vittorioso. Non a caso, la data scelta per il Natale coincide con questo periodo in quanto si innestò su questi riti pagani diventando la celebrazione della nascita di Gesù: il sole, il Salvatore del mondo per chi professa la fede Cristiana. Anche le popolazioni nordiche, in questi giorni, celebravano riti per la nascita del nuovo sole o Yule. Rimane ancora oggi la tradizione di far bruciare per tutta la notte un ceppo vecchio, rito propiziatorio per una anno di abbondanza e che continua ad essere celebrato anche con l'accensione di falò. Da qui anche l'origine del famoso dolce natalizio a forma di tronco. Il cerchio di pietra di Stonhenge è meta ogni anno di turisti e appassionati che vogliono vivere il momento del solstizio nel luogo costruito dai Druidi, adoratori del sole. 

Volendo, come al solito, vedere riflesso nella propria vita ciò che accade in natura, non si può che dedurre che l'inverno dovrebbe essere la stagione dell'introspezione, della meditazione, della calma. Come gli animali che vanno in letargo e le piante che si addormentano, anche noi dovremmo rallentare. Guardandola dal punto di vista di una giardiniera devo aggiungere che l'inverno è davvero il tempo del riposo (a parte la potatura delle millemila rose che mi aspetta) e della progettazione: si legge, si studia, si fanno piani e si sogna la primavera che verrà.

Il solstizio del 2021 si verificherà alle 16.58 del 21 dicembre. Fermiamoci un attimo (perchè non mettere un allarme sul calendario Google o una sveglia?) e andiamo con il pensiero al nuovo inverno che inizia e che sia per tutti una stagione di serenità.



foto dal web







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