I fiori per la gratitudine
Il 1 agosto ricorre il Lughnasadah, festività pagana di origine celtica nella quale si celebra una delle tre feste del raccolto prevista dalla Ruota dell'anno che marca un ciclo di festività basate sui principali eventi astronomici legati al sole: gli equinozi e i solstizi più 4 momenti intermedi. Paganesimo a parte, fissare sul calendario questi giorni particolari ci da la possibilità di riflettere sul procedere delle stagioni e sui cambiamenti ciclici che le accompagnano.
Con l'arrivo di agosto la prima mietitura e il primo raccolto sono stati fatti e ciò offre l'opportunità di essere grati. Vivendo lontando da un contesto contadino strettamente legato al lavoro della terra, possiamo metaforicamente traslare questo momento dell'anno nella nostra esistenza e fare un bilancio di cosa abbiamo coltivato e raccolto negli utlimi mesi, magari in termini di lavoro, di relazioni o di crescita personale.
Per celebrare il nostro Lughnasadah, possiamo fermarci un attimo e riflettere su alcuni spunti: cosa abbiamo imparato di nuovo? A chi possiamo essere particolarmente riconoscenti? Cosa ci ha dato soddisfazione o gioia? Come spesso dico e scrivo non bisogna cercare eventi eclatanti, la vera felicità nasce dal riscoprirci grati per le piccole cose. Personalmente, guardando agli ultimi mesi, ho molto per cui ringraziare: i miei figli hanno terminato un altro ciclo scolastico con ottimi risultati e vanno incontro ad una nuova fase del loro cammino di crescita. Gli anziani di casa, per fotuna, godono di buona salute e Luna fa progressi nelle sue piccole abitudini. Negli ultimi tempi mi sto godendo la casa e il riposo di cui avevo bisogno, dedicandomi molto alla lettura e allo studio di argomenti legati al mondo della natura e delle piante che mi appassionano. Ho molto di cui essere grata, dunque! Prendersi alcuni momenti durante l'anno per fare un bilancio delle cose positive che abbiamo vissuto rende la vita più gradevole perchè ci dimostra che, nonostante le tempeste e il buio, la luce c'è, filtra dalle crepe, basta darle spazio e farla entrare.
Una ruota dell'anno illustrata che appartiene alla tradizione Wiccan (Movimento religioso pagano con tratti di occultismo ed esoterismo: streghe e stregoni dell'epoca moderna)
Dato che Lughnasadah significa gratitudine e considerato il mio viaggio nel linguaggio dei fiori, vediamo quali piante e fiori possono aiutarci a comunicare il nostro grazie.
Cercando tra i fiori spontanei, quelli di campo o che si trovano a bordo delle scarpate e talvolta delle strade di campagna, troviamo la Agrimonia eupatoria:
L'Agrimonia è una pianta officinale conosciuta fin dai tempi di Plinio il Vecchio che la consigliava per problemi al fegato. Se ne usano le sommità fiorite e l'olio essenziale. Può essere utilizata in caso di congiuntivite e infiammazioni del cavo orale e nasale.
Il Dottor Bach la scelse nella compilazione della sua teoria a base di essenze floreali, consigliandola oltre che per la cura del corpo anche per sciogliere le emozioni represse che secondo lui (e io sono d'accordo) sono alla base di molti disturbi e malattie. (Dei fiori di Bach parleremo sicuramente a breve)
Altra pianta spontanea poco nota, ma molto decorativa che ci può aiutare a dire 'grazie' a qualcuno è la Molucella laevis, da molti considerata infestante ma in via di redenzione perchè le sue infiorescenze verdi sono molto belle se usate in composizioni fresche o secche e in bordure miste. Cresce bene in pieno campo, ma il terreno deve essere ben drenato. E' originaria dell'Asia occidentale, anche se in molti la chiamano: Campanella d'Irlanda e appartiene alla famiglia della menta. Se ne estrae un olio essenziale utilizzato come ricostituente.
Altri fiori che comunicano gratitudine e che si trovano facilmente dai fioristi sono la camelia, la campanula, il garofano, il giglio e, naturalmente la rosa, specialmente di color pesca o rosa: perchè la prossima volta che volete ringraziare qualcuno non lo fate con un bel mazzo di fiori scegliendo tra questi messaggeri?
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