I rimedi della nonna: Solidago virga aurea
Ottobre ci sta portando molte giornate di pioggia, forse perchè ci vuole ricordare che la Ruota dell'anno sta girando verso i mesi in cui lo 'stare dentro' diventa metafora della necessità che ciascuno di noi ha di coltivare i suoi spazi interiori.
Per i nostri antenati, l'autunno simboleggiava da un lato la celebrazione dell'abbondanza del raccolto coltivato e cresciuto nei mesi dominati dall'energia calda del sole e dall'altro l'inizio di un lungo periodo in cui sarebbe stato necessario stare al riparo, abitare spazi chiusi, caldi, sicuri; risparmiare energia per sopravvivere a quei lunghi inverni che dalle nostre parti raramente si vivono ormai. Secondo l'antica mitologia, in autunno la Madre, la natura si ritira, scende negli inferi, lascia andare i suoi frutti e si addormenta fino a che l'energia vitale della luce primaverile le darà nuova vita. I miti sono insegnamenti senza tempo. Possiamo quindi, anche da quest'ultimo trarre una lezione, cogliere l'invito a coltivare i nostri spazi interiori, a dare loro respiro, equilibrio, silenzio. Siamo sempre troppo proiettati sull'esterno, sul 'fare', ma ora più che mai, in un'epoca piena di stimoli, abbiamo bisogno, invece, di nutrire il nostro 'essere' per ritrovare centratura ed equilibrio. Io trovo che il modo migliore per regalarmi una pausa sia fermarmi anche per pochi minuti e respirare. Meglio ancora se riesco a farlo in giardino, nel bosco o sorseggiando una tazza di tè.
La frenesia del rientro a scuola, quest'anno in particolare, mi sta mettendo alla prova mentalmente più che fisicamente. Credo di avere la grande fortuna di sapere che tornare alla natura mi dona calma e centratura. E' ormai quasi un automatismo: se sento che lo stress mi sta mettendo in crisi, so che stare in giardino o comunque nel verde, mi solleva immediatamente. In questi giorni di brutto tempo, tornare alla natura, significa sfogliare libri a lei dedicati, immergermi in video girati negli splendidi giardini inglesi o scrivere. Oggi siamo a casa a causa di un'allerta meteo e ho deciso di dedicarmi tempo, tornando a questo diario in cui racconto gli infiniti benefici che la natura ci offre e in particolare riprendendo la serie dedicata ai rimedi naturali.
Particolare dei fiori di Verga d'oro usati per le preparazioni
Oggi il grigio domina il mio paesaggio e ho, così, deciso di stare in compagnia di una pianta che ha il sole nei sui tanti fiori ricchi di benefici: la Verga d'oro o Solidago virga aurea, che mi ha ricordato qualche anno fa mia suocera Marisa che non è più con noi da qualche mese.
La Solidago virga aurea appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Cresce spontanea nelle aree collinari e montane delle Alpi e Apennini. E' una pianta erbacea caratterizzata da lunghi steli che possono raggiungere il metro di altezza e che sviluppano un colore violaceo. Sulla loro sommità sbocciano fiori, raccolti in pannocchie, molto ricchi di proprietà benefiche note fin dall'antichità.
Verga d'oro
Tra le principali capacità curative di questo dono di Madre Natura, sono utilizzate quelle che danno beneficio soprattutto alle vie urinarie. La Verga d'oro, infatti, è diuretica e depurativa e aiuta l'eliminazione della renella, previene la formazione di calcoli e aiuta in caso di cistititi e infiammazioni. La pianta è usata anche nella preparazione di tisane drenanti che aiutano a combattere gli inestetismi della cellulite.
La Solidago è utile anche per abbassare la pressione, per combattere afte e stomatiti. L'olio essenziale si può usare nei massaggi in caso di dolori articolari.
Come sempre, raccomando di rivolgervi a un erborista professionista prima di assumere le piane che racconto o di chiedere il parere del vostro medico. Se si assumono già altri farmaci chimici, talvolta, aggiungendo preparati a base di erbe, si possono sviluppare reazioni non desiderate.
Le foto sono tratte dal Web
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