La straordinaria signorina North

 Quando si scoprono personaggi affascinanti non si vede l'ora di conoscerli meglio e di condividerne la storia. La donna di cui ti voglio raccontare oggi merita davvero di essere conosciuta. Me l'ha fatta incontrare una cara amica, Federica.

                                    

Azalee e Camelie, Marianne North

Marianne North nasce a Hastings il 24 ottobre 1830. Il padre è un ricco proprietario terriero, deputato in parlamento per il partito liberale, che dona ai figli un'infanzia ricca di stimoli culturali e di idee. La famiglia North intraprende molti viaggi sul continente e apre il salotto a personaggi di spicco dell'ambiente intellettuale e scientifico tra i quali Charles Darwin. Tra i membri più assidui di questa cerchia di amici, c'è William Jackson Hooker, direttore del centro botanico più prestigioso del mondo: Kew Gardens che diventa fonte di ispirazione per la giovane Marianne che , tra le piante esotiche del maestoso padiglione in vetro, inizia a sognare terre lontane e i loro tesori botanici. 

In particolare, durante una visita nel 1856, Hooker regala a Marianne un grappolo fiorito di Amherstia nobilis, in fiore per la prima volta in Inghilterra. La pianta, originaria della Birmania, era nota come: "albero più bello del mondo", ed era intitolata ad un'altra regina della botanica di cui ti racconterò tra qualche giorno. La vista di quei grappoli rossi fa nascere in Marianne un fuoco che brucerà tutta la vita. Lei stessa, nelle sue memorie racconta: "quel dono mi fece desiderare ancora di più di vedere i tropici".


                    

Amherstia nobilis
 
Quando la madre muore, nel 1855, Marianne si lega ancora di più al padre che con lei aveva sempre avuto un rapporto speciale e, mentre gli altri giovani North si sposano, lei decide di rimanergli accanto. Con il padre, Marianne viaggia molto e mentre soggiornano in terre lontane inizia a fare schizzi di piante, fiori e paesaggi. Inizialmente i suoi taccuini si riempiono di acquerelli dai colori tenui, ma nel 1867 incontra la pittura ad olio, tecnica che non abbandonerà più, perfezionandola anno dopo anno e, nel suo caso, si può proprio dire fiore dopo fiore.


Fiori di Datura, Marianne North

Purtroppo, la spensieratezza della sua gioventù viene bruscamente interrotta dalla morte del padre. E' il 1869 e Marianne perde non solo l'altro genitore, ma anche il suo migliore amico, precipitando in un periodo di dolore profondo da cui iniziarà ad emergere un paio di anni dopo. Nel suo diario scrive: "Ora devo imparare a vivere senza di lui e a rimpire la mia vita come posso, con altri interessi". E così fa! Nel 1871 decide di vendere la dimora di famiglia e parte, da sola, per il suo primo lungo viaggio lontano dall'Europa. In due anni visita il continente Americano, iniziando a dipingere la flora locale e a trascorrere lunghi periodi in solitudine nella foresta. Da subito le sue opere si distinguono  non solo per la perfezione realistica della rappresentazione, ma anche per il fatto che non si limita a dipingere fiori e piante in modo scientifico, ma le inserisce nei loro tipici habitat, spesso aggiungendo animali o insetti che rendono ancora più realistico il quadro. In un'epoca ancora lontana dalla fotografia a colori, Marianne North realizzò una collezione  di dipinti che sembrano scatti fotografici.


Cycas e Bambù

Nel 1875, inizia l'avventura più ardita della sua vita: un giro del mondo che la porta di nuovo nelle Americhe e in Asia. Durante gli spostamenti, Marianne si appoggia a inglesi residenti nelle località che tocca e ai quali fa inviare lettere di presentazione da parte di suoi conoscenti che avvisano del suo arrivo e chiedono per lei ospitalità. Durante la tappa in Borneo, soggiorna nella dimora del governatore. Qui trascorre molto tempo con la moglie del diplomatico che inizialemente rimane sconcertata nel conoscere una donna così libera e anticonformista: una donna che gira il mondo da sola e che dimostra di avere una straordinaria vitalità ed energia. Dopo qualche tempo, la signora annota nel suo diario che, vedendo il fuoco dell'ispirazione guidare il pennello di Marianne sulla tela, si poteva comprendere da dove nascesse quell'energia: dalla passione per la bellezza e per la natura.

Ibiscus, Marianne North

E' proprio in Borneo che la North compie alcune delle sue imprese più coraggiose: si sposta da sola nelle rigogliose foreste, alla ricerca di nuove specie botaniche da immortalare in modo da farle conoscere in occidente. In particolare, si appassiona alle piante carnivore della famiglia delle Nepethaceae: le cerca nei luoghi più solitari e mai esplorati, ignorando i pericoli e dimostrando un coraggio unico, tipico dei cacciatori di piante a lei contemporanei. Una delle specie di questa famiglia porta il suo nome: Nepenthes northiana, omaggio del mondo accademico per il contributo dato alla botanica da Marianne a cui furono intitolate anche altre specie tra cui Neomarica northiana una bella pianta della famiglia delle iridaceae originaria del Brasile.

                       

Nepenthes northiana

Neomarica northiana

Nel 1877, la North torna in Inghilterra con un carico di conoscenza da condividere e di quadri da mostrare: la sua prima esposizione si tiene alla Kensington Gallery ed è un enorme successo, non solo per l'unicità delle sue rappresentazioni, ma soprattutto per le novità botaniche che illustrano. Un  anno dopo, Marianne riparte per l'India, vi rimane sei mesi e torna a casa con 200 nuovi dipinti per i quali occorre trovare una sistemazione. La sua intraprendenza la porta a proporrre al direttore di Kew Gardens di costruire, a sue spese, un padiglione in cui allestire una mostra permanente delle sue opere. Hooker accetta e i lavori iniziano nel 1880 sotto la sua stretta supervisione. 


Marianne North sulla soglia della casa nel Gloucestershire

Mentre iniziano i lavori del padiglione, sotto consiglio di Darwin, Marianne intraprende un nuovo viaggio in giro al mondo. Questa volta va in  Australia e Nuova Zelanda, Borneo, alle Hawaii e torna in California dove era già stata in precedenza, rimanendo sconvolta dal fatto che le sequoie di Yosemite  potessero essere tagliate per ordine del governo locale: in lei inizia a crescere  la preoccupazione per il futuro degli ambienti naturali, nei suoi diari, si scaglia contro l'ottusità dell'uomo che devasta la natura. 


Strelitzia, Marianne North

Al ritorno in Inghilterra, Marianne vede ultimati i lavori del suo padiglione personale a Kew, inaugurato nel 1882: un successo strepitoso. La Regina Vittoria in persona le scrive per ringraziarla del suo contributo all'arte e alla scienza. Ancora oggi, la galleria è uno dei padiglioni più visitati a Kew Gardens: un museo unico nel suo genere per il tipo di allestimento scelto dalla stessa Marianne e unica mostra permanente di un'artista donna al mondo.


Marianne North Gallery, Kew Gardens

Come puoi vedere dalle immagini, entrare alla Marianne North Gallery significa essere proiettati nel suo mondo: è un'immersione a 360 gradi nella flora dei paesi che ha visitato e nei loro magnifici paesaggi visti attraverso gli occhi di una donna che, grazie alla bellezza della natura, ritrova sè stessa e riesce a superare un grande dolore. La natura cura chi la sa vedere e chi decide di trascorrere tempo in sua compagnia. Marianne, ignorando pericoli e pregiudizi, si immerge totalmente nelle foreste, perchè al loro interno si sente viva, protetta e al sicuro.


Glicine, Marianne North

Che bella scoperta Marianne, non trovi anche tu? Oltre ad essere una grande artista, una naturalista e un'esploratrice coraggiosa, è anche una donna molto ironica. Il suo progetto per la Gallery prevedeva la realizzazione di una sala da tè: le sarebbe piaciuto che i visitatori potessero sentirsi come a casa tra le sue opere, che potessero trascorrere del tempo piacevole, sorseggiando un tè o un caffè. Hooker respinge la sua richiesta insolitamente frivola, a suo parere, per una donna così anticonformista (peccato che oggi ogni museo, dimora storica o parco inglese, Kew compreso, abbiano anche più di una sala da tè).  Ebbene, la North non si arrende, scrive addirittura al Parlamento per perorare la sua causa, ma anche in questo caso non viene ascoltata. E allora lei cosa fa? Porta comunque tè e caffè nella Gallery,  dipingendo sulle due porte interne foglie e fiori di Camellia sinensis e Coffea arabica, una piccola simbolica rivincita o, come dice la mia amica Carla, resilienza femminile!

 

Porta del tè con particolare di Camellia sinensis

 

Porta del caffè con particolate do Coffea arabica

Inaugurata la galleria e gustato il meritato successo, Marianne riparte per l'ultimo dei suoi viaggi. Soggiorna per un anno in Sud Africa dove conosce la pittrice botanica Katherine Saunders di cui ammira il lavoro tanto da fare aggiungere una sala per lei nella Gallery. La sua salute, ormai, è compromessa dalle malattie contratte nel corso dei viaggi precedenti e, dopo una tappa alle Seychelles, torna in Inghilterra e si traferisce a Mount House Alderly nel Gloucestershire dove ancora oggi vivono i suoi discendenti in una bella dimora che racconta molto di Marianne, della sua infanzia, della famiglia e della sua arte. Nei suoi ultimi anni, la North si dedica a scrivere le sue: Memorie di una vita felice, un titolo molto significativo per l'autobiografia di una donna che ha saputo lasciare un segno indelebile nella storia della botanica in un'epoca in cui, nel mondo delle scienze, non c'era spazio per le donne.


La straordinaria signorina North

 
Marianne North muore nel 1890 e sarà la sorella Catherine ad occuparsi della pubblicazione del libro in due volumi che racconta la vita felice della straordinaria signorina North.

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Sabrina







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