Nell'incanto dell'autunno

 Da tempo desideravo immergermi nell'incanto dell'autunno, sentirmi avvolta da quei colori caldi che sembrano nascere dal tocco della bacchetta magica di una fata che rende nuovo un paesaggio. Finalmente, strappando qualche ora agli impegni, ho realizzato questo sogno in uno dei posti che amo di più: Cogne, in Valle d'Aosta. 


Arrivare dalla vallata di Aosta all'imbocco della valle di Cogne è stato veramente come passare attraverso un portale magico per trovarmi immersa in un mondo tinto d'oro: là dove di solito dominano i diversi toni del verde, ora si vede un gran trionfo di arancio, giallo ocra, marrone e qualche tocco di rosso qua e là: una meraviglia assoluta!


La sensazione di essere avvolti da un manto di bellezza aumenta via via che si lascia l'auto e si inizia a camminare verso il bosco che, se si aprono bene gli occhi e il cuore, ci regala una sorpresa dopo l'altra: giochi di luce, colori in trasformazione, muschi resi vigorosi dall'umidità, semi pronti a spiccare il volo per andare a far nascere nuova vita un po' più in là.

                 

                                          


A creare la magia, nella valle di Cogne, sono i larici che popolano le montagne e che, a differenza di altre conifere sempreverdi, sono tra i protagonisti del fenomeno del foliage. Ma come mai alcuni alberi in autunno vivono questa trasformazione che ci fa emozionare tanto? Le cause della mutazione cromatica si devono a diversi fattori. Prima di tutto alla clorofilla! Il pigmento verde delle piante responsabile della fotosintesti, cioè del processo con il quale l'energia solare viene trasformata in energia chimica che trasforma il diosssido di carbonio e l'acqua in ossigeno e zuccheri che nutrono le piante. Con il diminuire delle ore di luce, nei mesi autunnali, la clorofilla si degrada, non viene rigenerata e inizia a ridursi lasciando spazio agli altri pigmenti presenti sulle foglie: il carontenoide giallo-arancio, ad esempio, che trionfa sui larici delle Alpi o gli antociani che hanno tinte sul rosso o violetto tipiche degli aceri canadesi, ad esempio. Con il progressivo abbassamento della temperatura, poi, gli alberi a foglia caduca iniziano quello che potremmo definire un 'risparmo energetico'. Dato che la fotosintesi si arresta, le foglie non sono più utili, quindi, dopo la traformazione cromatica vengono lasciate andare. La pianta inizia una fase di riposo fino che, dopo il solstizio invernale, le ore di luce torneranno ad aumentare e con loro la funzionalità dell'albero che produrrà nuove foglie ricche di clorofilla verde e di vita! 

             

C'è un'intelligenza ancestrale nella natura: ogni pianta sa quello che deve fare, ha un funzionamento perfetto che, se l'uomo non ci mette lo zampino, si ripete ciclicamente, stagione dopo stagione, millennio dopo millennio. Io trovo questo davvero affascinante! Camminare in un bosco in trasformazione mi fa sentire parte di un tutto che mi avvolge, mi dona sicurezza e, al tempo stesso, mi fa sembrare poca cosa di fronte alla perfezione della natura.

           

Poter vivere questa magia tra le montagne possenti che tanto amo, poi, mi ha dato ancora più emozione e occasioni di riflessione. La Val di Cogne ha subito una terribile alluvione lo scorso giugno. Una valanga di acqua e pietre si è riversata dalle montagne sul territorio della Valnontey, ai piedi del Gran Paradiso: uno dei luoghi più belli e amati da chi frequenta la valle. Boschi, sentieri, ponti sono stati cancellati, il paesaggio che conoscevo è completamente stravolto, non esiste più e non so se e quando potrà tornare come prima: i danni sono enormi. Tuttavia, il lento andare delle stagioni non si è fermato. La bellezza dei larici dorati, pur nello strazio di un paesaggio deformato, è un segno di vita e di speranza che deve spingerci ancora di più a rispettare la natura e a saper cogliere da lei insegnamenti preziosi per la nostra vita.


















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