Il calendario degli alberi sacri: ottobre e il castagno
Ottobre è il mese del castagno che colora i boschi con le sue tonaltà giallo-arancio e ci chiama ad andare in natura per raccogliere i frutti che, con generosità, lascia cadere dai suoi rami.
Il legame tra gli esseri umani e questo albero maestoso e armonico si perde nella notte dei tempi. Le prime prove di coltivazione pare risalgano all'età del bronzo anche se gli antropologi parlano di "civiltà del castagno" per individuare, in particolar modo, il periodo tra il medioevo e il secondo dopoguerra, nel corso del quale le comunità collinari e montane avviarono vaste piantagioni di castagni per utilizzare tutti i prodotti legati a questa specie arborea: dalla castagna intera mangiata in varie preparazioni alla sua farina; dal legno, molto adatto all'edilizia e alla produzione di arredi e utensili, alle foglie, ottima imbottitura per cuscini e materassi, foraggio per gli animali e medicina in decotto per curare la tosse o calmare il sistema nervoso.
In questo ampio lasso di tempo, non solo il castagno cambiò il paesaggio dei territori che lo ospitavano, ma ne favorì lo sviluppo economico, lo stile di vita dei suoi abitanti (tutti coinvolti non solo nella cura dei boschi, ma anche nel momento della raccolta) e addirittura la produzione artistica.
La cura dei boschi coltivati a castagno era così fondamentale per il sostentamento delle comunità che esistevano figure preposte al loro mantenimento (i castagnatores) e leggi molto severe contro chi li danneggiava.
A livello simbolico, dunque, possiamo dire che il colore oro intenso che il castagno assume durante il periodo del foliage ricorda proprio l'immenso valore che questo albero sacro ha avuto per le comunità che con lui condividevano il territorio, compresa la mia.
I miei boschi accesi dal giallo arancio dei castagni
Nel IV secolo a.c., Senofonte definì il castagno "albero del pane" perchè il suo frutto fu uno degli alimenti di base nella dieta delle popolazioni meno abbienti fino al secondo dopoguerra quando le foreste subirono un lento e inesorabile abbandono quasi ovunque. Se ci si inoltra in un bosco, non è cosa rara vedere ciò che resta degli antichi essicatoi e mulini le cui macine, azionate dalla forza delle acque, trasformavano la castagna in farina. Se ne stanno lì, ruderi dimenticati, a raccontare storie di gente antica che viveva ancorata all'andare delle stagioni.
Il castagneto di Geminiano, sopra a Bolzaneto
Avendo accompagnato l'uomo per un tratto così lungo della sua storia, il castagno è protagonista di miti e credenze ancora oggi mantenuti vivi nel mondo contadino. Nei culti pagani, il castagno, così imponente e robusto, era l'immagine del dio creatore e il legame con il sacro è riflesso, per la tradizione cristiana, nei tempi propizi per la raccolta che inizia il 29 settembre, giorno di San Michele Arcangelo, e termina a San Martino, l'11 novembre. Il castagno è simbolo di sostentamento, forza e protezione. Non a caso, anticamente, le culle dei bambini erano fatte del suo legno con il quale si realizzavano anche amuleti contro gli spiriti maligni.
Fin dal medioevo, infine, le castagne erano considerate il cibo dei morti e, ancora oggi, vengono usate nei piatti tipici della festività del 2 novembre durante la quale, in molte famiglie, si apparecchia la tavola anche per i propri cari defunti, lasciando loro vino e castagne.
I doni del castagno
Il tempo del castagno
Ottobre, dunque, è il tempo del castagno. Come ho scritto, la raccolta inizia tradizionalmente il 29 settembre, giorno dedicato all'Arcangelo Michele che con la sua spada protegge dal nemico chi vive l'autenticità della propria fede. Protezione e autenticità sono i temi su cui lavoriamo questo mese, aiutati dal frutto del suo albero sacro: le castagne.
La castagna chiusa nel suo riccio è una metafora potente in questo viaggio in cui impariamo a conoscere noi stessi. Se segui la Ruota dell'Anno, ricorderai che il periodo autunnale ci invita a guardarci dentro e a dedicare tempo alla cura del nostro mondo interiore: dalla luce e vitalità dell'estate entriamo nella stagione buia in cui la calma può nutrire la nostra anima e aiutarci a scoprire noi stessi, i nostri talenti e la nostra autenticità. Se viviamo sempre in superficie, proiettati all'esterno, difficilmente ci connetteremo con quel nucleo della nostra anima in cui vive la nostra vera essenza, ciò che ci può far brillare. Arrivare a quel nucleo non è facile, dobbiamo attraversare e rimuovere strato su strato, ciò che lo nasconde e lo protegge. Prima di arrivare al vero frutto da mangiare troviamo: le spine, il loro guscio, la buccia e la peluria che lo riveste. Solo rimuovendo tutto potremo trovare nutrimento.
Ci proviamo? Come sempre, ti chiedo di trovare un pochino di tempo per te e un luogo tranquillo. Non dimenticare il tuo diario su cui fissare pensieri, parole e, se lo vorrai, disegni. L'ideale sarebbe avere con te il riccio di una castagna, ma bastano anche le immagini che ti propongo.
Prima di iniziare, concentrati sul tuo respiro e porta calma alla tua mente.
Osserva il riccio. Se lo hai a disposizione, toccalo delicatamente e senti le spine che bruciano sulla pelle. Se non lo hai, immagina la sensazione che proveresti toccando quello nella foto. E' fastidioso, vero? Il riccio protegge il frutto dai predatori, serve per difendere la specie perchè il frutto del castagno è anche il suo seme.
Sposta l'attenzione alla tua vita e rifletti:
Esiste un riccio che protegge la tua autenticità?
Da cosa senti il bisogno di proteggerti? Cosa non ti fa esprimere a pieno?
Come ti proteggi? Quali sono le tue spine? (usi le tue emozioni? Eviti di affrontare i problemi o le conversazioni difficili? Scegli di isolarti o di riempire di rumore la tua giornata per non affrontare veramente il problema?)
Scrivi tutto quello che ti suggerisce la tua voce interiore. Poi apri il riccio (con i guanti, usando i piedi o semplicemente immaginando di farlo) e, con esso, rimuovi anche la tua corazza.
Hai liberato il primo strato, quello più difficile! Complimenti!
Adesso pensiamo alla buccia. Appare liscia, brillante, lucida, ma ancora non è il cuore vero della castagna. Cosa rimane da eliminare prima di arrivare alla tua vera autenticità? Pensaci e, dopo avere scritto quello che ti passa per la mente, immagina di tagliare via la buccia, o fallo veramente.
Ecco la castagna! A volte, rimane coperta da una sottile peluria che se messa in bocca lascia una sensazione di fastidio, devi rimuovere anche quella per poter finalmente tenere in mano il frutto del castagno: la tua voce autentica che ti può guidare a realizzare pienamente te stessa o te stesso.
Chi sei veramente?
Cosa fa cantare la tua anima?
Cosa vuoi veramente oggi, alla tua età, nella tua condizione di vita? Stai vivendo a pieno la tua verità?
Quali obiettivi vorresti ancora raggiungere? (può essere una cosa semplice: imparare una lingua straniera, imparare a dipingere o a cucinare.....iniziare uno sport, nulla di esagerato!)
Ricorda, la castagna è un seme e, ora che arriva l'inverno, è tempo di pensare a cosa vuoi coltivare nel tuo giardino. Capirai cosa fa per te solo se ci pensi dal cuore del tuo vero io, la castagna che hai liberato dal guscio.
Puoi ripetere l'esercizio ogni volta che vuoi!
Mindfulness con il bosco
Cerca una radura con un bel tappeto di foglie. Fai qualche respiro profondo e, quando ti sentirai radicata o radicato, inizia a camminare con molta calma. Immergiti totalmente nell'esperienza sensoriale che stai facendo:
ascolta il rumore delle foglie che si spezzano sotto ai tuoi piedi
senti il vento o il caldo del sole sul tuo volto
assapora il profumo del sottobosco: la terra bagnata, il profumo dei funghi
vai accanto a un castagno e metti una mano sul suo tronco. Fermati qualche minuto e ascolta il silenzio intorno a te: sei profondamente connessa o connesso con il bosco che ti abbraccia e condivide con te il suo respiro. E' un privilegio!
Allontanati lentamente e senti la gratitudine per questo momento speciale riempire di gioia il tuo cuore.
Lavorare sulla propria crescita interiore non significa isolarsi. In un cammino in cui ti si chiede di coltivare momenti di solitudine è fondamentale anche trovare tempo per la comunità. Perchè non inviti qualche amico a fare una castaganata insieme o ad andare ad una delle tante sagre di paese che celebrano questo frutto dell'autunno? Sarà un modo per creare bei ricordi di cui essere grata o grato e immergersi nel cuore della stagione che stiamo vivendo.
Che sia un ottobre di crescita sul tuo cammino!
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