Il giardino segreto (Parte prima)

 C'è un libro (o forse più di uno) che ha toccato fortemente la vostra vita e nel quale la vedete riflessa? Io penso che per molti di voi la risposta sia affermativa. Prima o poi tutti, sfogliando le pagine di una biografia, un romanzo o un saggio viviamo quello che la conduttrice televisiva statunitense Oprah Winfrey (donna molto potente, ma anche molto saggia, secondo me) definisce un: 'momento aha!' cioè un momento di illuminazione, di consapevolezza che ci riempie di energia creativa, un'ispirazione, insomma. Come molti di voi sanno, probabilmente, uno dei miei libri 'aha' è: Il giardino segreto' di Frances Hodgson Burnett, uno dei capolavori della letteratura mondiale, da sempre confinato al reparto dei libri per l'infanzia, ma che dovrebbe essere letto anche da adulti perchè nasconde profonde verità.

Insomma, grazie a questo libro ho capito che nella vita dovevo essere anche giardiniera (con tutte le metafore che ciò comporta!)

La storia è nota, più o meno a tutti, anche perchè ne sono state realizzate diverse versioni cinematografiche. Mary Lennox, una bimbetta viziata e capricciosa appartenente all'alta società coloniale inglese in India si ritrova improvvisamente orfana a causa di un'epidemia di colera. Il caratteraccio di Mary, riflesso anche dal suo colorito giallastro e dalla sua fisionomia spigolosa, deriva dalla mancanza totale di affetto della madre nei suoi confronti. Cresciuta da una tata indiana, lei sa solo creare relazioni dando ordini. Dopo la morte dei genitori, Mary viene imbarcata su una veliero che la porta in Inghilterra dove vive il suo unico parente: Archibald Craven che, dopo la morte dell'amata moglie vive il suo dolore tra l'Europa e le mura di una dimora maestosa circondata da vasti giardini persi nella brughiera dello Yorkshire: Misselthwaite Manor.

All'arrivo di Mary a Misselthwaite inizia la sua trasformazione messa in moto dalle persone che incontra, soprattutto la gioisa cameriera Martha, suo fratello Dickon che vive una intensa relazione con il mondo naturale e la mamma dei due ragazzi, una sorta di fata madrina che, pur rimanendo sullo sfondo, ha un ruolo decisivo  nella trasformazione di Mary.

Il vero protagonista nel ritorno di Mary alla vita, tuttavia, non può che essere il grande parco o meglio una parte di esso: un misterioso giardino chiuso a chiave nel quale la piccola entra grazie all'aiuto di un pettirosso che le indica dove trovare la chiave nascosta. Vivendo a contatto con la meraviglia della natura che lentamente si risveglia dal sonno invernale, Mary torna a fiorire, coinvolgendo nella sua rinascita anche un altro dei protagonisti, il cugino Colin malato dalla nascita e tenuto segregato da medici e domestici nella sua camera mausoleo. Nel momento stesso in cui Mary spalanca la finestra sempre chiusa della stanza facendo entrare l'aria fresca piena di energia primaverile, ecco che inizia la magia....Non vi racconto i dettagli perchè spero di invogliarvi a leggere il libro prima o poi.

Una delle frasi che più volte ripetono i protagonisti e che mi è rimasta in testa come un mantra è: 'C'è magia nel giardino!', ed è proprio quello che vado ripetendo da anni ormai. Il percorso di trasformazione di Mary inizia nel momento in cui si sente pervadere dalla meraviglia di quel giardino abbandonato in cui la vegetazione e le rose hanno continuato a vivere nonostante tutto (per caso trovate un parallelo con la rinascita del Cimitero di Murta? Eh già proprio così, la storia è la stessa). Essere capaci di meravigliarsi anche davanti ad un paesaggio che non tutti definirebbero bello è la capacità di vedere la luce filtrare tra le fessure di un muro o di una tazza venata tipica del wabi-sabi(https://garlandsofhearts.blogspot.com/2021/12/wabi-sabi-la-bellezza-delle-cose.html) di cui ho scritto qualche tempo fa. Saper gioire delle piccole cose attiva un flusso di positività e creatività che, se lasciato fluire nella propria esistenza giorno dopo giorno è in grado di cambiarci nel profondo e di farci vivere con più serenità. 

Il secondo momento decisivo del viaggio di Mary verso sè stessa è dato dal contatto diretto e attivo con la natura: mettere le mani nella terra, respirare a pieni polmoni l'aria fresca della primavera, sedersi o passeggiare all'ombra degli alberi significa nutrirsi delle loro vibrazioni ed entrare in sintonia con la fonte stessa del nostro essere, con quella scintilla di divino che c'è dentro di noi e che dobbiamo cercare di far emergere un po' alla volta nel quotidiano. La Natura è una grande alleata in questo percorso verso un benessere che non deriva da ciò che abbiamo, dagli altri o dal nostro lavoro, ma solo da una profonda connessioni con noi stessi. 


La chiave per aprire il giardino? E' dentro di noi.....dobbiamo solo avere il coraggio di cercarla.

Il Giardino Segreto fu pubblicato come romanzo a puntate a partire dal novembre del 1910 sull'American Magazine, quando l'autrice era già affermata e conosciuta. Dopo aver vissuto diversi anni nella dimora inglese di Maytham Hall che ispirò la location del romanzo, la Burnett dovette dire addio al giardino del suo cuore a tornare negli USA con il figlio. Lì diede vita a un nuovo bellissimo giardino che non riuscì mai, tuttavia, a farle dimenticare le rose e il suo amico pettirosso che le aveva tenuto compagnia durante i giorni inglesi e che volle immortalare nella sua opera più famosa, perchè il primo giardino, quello che ci riporta alla vita, non si scorda davvero mai!












  



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