Il rito di San Giovanni tra tradizione e psicologia

E anche quest'anno, nonostante la pioggia torrenziale, ho preparato sia l'acqua che il mazzetto di San Giovanni, scegliendo alcune erbe e fiori della tradizione in base al loro significato e alle loro proprietà antinfiammatorie, antisettche, energizzanti e tonificanti. Dopo la notte di esposizione alla rugiada, uso il preparato per lavarmi il viso. Lo conservo in frigo in una bottiglia di vetro per un paio di giorni. Al momento dell'utilizzo lo metto in una bacinella e poi lo uso per bagnare qualche pianta in sofferenza, così nulla va sprecato. Questa volta ho scelto: lavanda, salvia, menta, rosmarino, iperico, petali di rosa, e artemisia. 

Ho, infine aggiunto un ingrediente nuovo, non certo tradizionale dalle nostre parti: Tulsi, il basilico sacro indiano (Ocimum sanctum), una delle erbe più usate nell'Ayurveda per i suoi molti benefici sul corpo e sullo spirito.


Il mazzetto di San Giovanni, che protegge la casa e i suoi abitanti, rimarrà un anno intero appeso ad una delle porte esterne della mia abitazione. Stagione dopo stagione appassirà e quando sarà il momento, verrà sostituito e bruciato. 

Il vecchio e il nuovo 

Oltre alle erbe usate per l'acqua, nel mio bouquet ho aggiunto Giglio di San Giovanni (Lilium bulbiferum), Verbena bonariensis, Verbena officinalis e Achillea millefolium che quest'anno cresce in abbondanza lungo il sentiero che percorro ogni mattina per la mia passeggiata, 

Tra ieri e oggi, ne sono sicura, i vostri canali social sono stati invasi da miriadi di bacinelle d'acqua riempite (spesso a casaccio) di fiori di ogni tipo. E' il segno che ruota dell'anno si e' fermata sulla notte magica di San Giovanni. 

Verbena officinalis

Verbena bonariensis

Ma cosa spinge le persone (me compresa) a ripetere anno dopo anno questo gesto? La fotografia finale da postare su Instagram per avere tanti like è davvero l'unica ragione alla base di questa tradizione? Ma soprattutto, perchè sempre più persone riempono la loro quotidianità di riti e rituali? 

La definizione che i dizionari danno del termine 'rituale'  (dal latino ritum, cioò che attiene al rito) fa riferimento ad una serie di gesti e formule codificati che si ripetono nell'ambito di un contesto religioso o civile. Il rituale è, insomma, un cerimoniale volto a conseguire un risultato simbolico di grande importanza per chi ne è protagonista: ricevere un sacramento, una benedizione o un riconoscimento civile. Protagonisti del rituale sono chi lo esegue e chi vi partecipa come ricevente o come spettatore. Di solito, infatti, ogni rituale si svolge in un contesto comunitario: i fedeli presenti alla Santa Messa o alla celebrazione, gli ospiti di una cerimonia civile o, come in questo caso la 'community' dei social. Il gruppo è testimone di ciò che avviene, lo convalida o ne riceve a sua volta beneficio, come nel caso dei riti religiosi.

Giglio di San Giovanni

Ma perchè le società umane dai nostri antenati fino all'era contemporanea hanno fatto ricorso ai gesti ripetitivi del rituale? Secondo Cristine Legare, psicologa dell'Università del Texas, i rituali riflettono i valori di una comunità e definiscono il nostro senso di appartenenza ad essa. Essendo l'uomo un 'animale sociale' ha bisogno di sentirsi parte del gruppo e nasce con una naturale propensione a seguire i gesti che a tale gruppo lo legano. Potremmo dire, quindi, che i rituali sono un importante aspetto della nostra identità e ci aiutano a sentirci meno soli. Secondo Dimitris Xygalatas, Docente di Antropologia e Scienze Psicologiche presso l'Università del Connecticut, l'umanità (e non solo) da sempre ricorre a gesti codificati per ridurre ansia e stress: il rituale aiuta il nostro organismo a regolare la produzione di cortisolo e ad affrontare situazioni che generano molta ansia, non a caso sono molti gli sportivi noti per i loro rituali prima delle prestazioni, per non citare tutti gli antichi gesti messi in pratica dalle popolazioni indigene prima delle battaglie, ad esmpio. Un caso fra tutti è la Haka dei Maori resa celebre dalla squadra nazionale di Rugby della Nuova Zelanda. 

Iperico

Facendo riferimento anche alla mia esperienza personale, infine, i rituali aiutano a seguire il flusso della stagionalità, a sentirsi ancorati al tempo che passa. Ogni stagione ci propone gesti che si ripetono, anno dopo anno e che facciamo nostri per non essere travolti dalla vita che corre via e assaporare con consapevolezza ciò che ogni epoca dell'anno ci offre. Nel mio caso penso alle decorazioni della casa in autunno, ad esempio, o a quelle del Natale. Alla preparazione della cena del Ringraziamento (una tradizione per la mia famiglia ormai) o ai biscotti tradizionali inglesi per i defunti che sforno agni anno. Fino ad arrivare, naturalmente, ai riti per la notte del 23 giugno che mi danno la possibilità anche di trascorrere tempo di qualità a contatto con la natura nella selezione degli ingredienti protagonisti dell'acqua e del mazzetto.  

Achillea millefolium

Sitografia:

 https://www.economiacomportamentale.it/2022/12/15/la-psicologia-dei-rituali/

https://www.focus.it/comportamento/psicologia/perche-il-cervello-ama-i-rituali


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