Genius loci: a ognuno il suo!

 Ci sono alcuni luoghi che, indiscutibilmente hanno un'energia che si avverte appena vi si arriva: la potente vibrazione millenaria che li ha resi meta privilegiata per chi è alla ricerca di una marcia spirituale in più.

Recentemente, ne ho visitato uno, poco conosciuto anche se più antico di Stonhenhe: il Castlerigg Stone Circle nei pressi di Keswick, in Cumbria (UK)


Quando si cammina all'interno di uno di questi cerchi di pietre risalente a migliaia di anni fa, si avverte tutto il fascino di una civiltà antica il cui sangue scorre ancora nelle vene dedei loro discendenti e non si può che provare un senso di meraviglia e, forse un pochino di invidia, per quel lignaggio così potente dal punto di vista energetico. 

Oppure, quando si cammina in una antica foresta popolata da alberi centenari i cui nomi si trovano certificati nelle liste degli esperti di Forest Bathing perchè ricchi di essenze particolarmente curative, si cerca di immergersi il più possibile tra quelle fronde perchè nei boschi vicino a casa quelle piante medicina non ci sono o, non sono raggruppate con tale densità.

 

La foresta "certificata" dell'Oasi Zegna (BI)

Recentemente mi è capitato di riflettere sul concetto di Genius loci: lo spirito del luogo che per i romani faceva riferimento ad una particolare divinità protettrice di un determinato luogo. Con il tempo, il significato di questa espressione si è ampliato e oggi lo si intende come: "l'atmosfera unica e distintiva di un posto, frutto della sua storia, cultura e caratteristiche fisiche" e, botaniche

Siccome non tutti abbiamo la fortuna di vivere vicino a siti archeologici celtici o a foreste certificate, mi sono decisa a fare qualche ricerca per validare l'esistenza del Genius loci del luogo in cui sono radicata, focalizzandomi sui posti per me più significativi: Bolzaneto, Trasta e Murta nella valle del Polcevera a Genova. Da anni, del resto, vado predicando che la mia valle, per quanto deturpata da cantieri e servitù di passaggio, è bella! Una bellezza ricca di natura, ma anche di storia che non può essere trascurata o dimenticata perchè lì affondano le nostre radici. Mossa dalla mia solita curiosità ho scoperto (o meglio riscoperto) qualche dato interessante che ti voglio raccontare.

Sono partita dall'analisi dell'etimologia dei nomi di questi luoghi:

al nome Bolzaneto, cittadina in cui sono nata, vengono attribuiti due possibili significati originali: bolla d'acqua (sorgente) o luogo pieno di rovi o piante spinose.

Trasta richiama ancora al tema dell'acqua perchè pare derivare dai nomi di origine celtica Trasca o Tuelasca che significano: borgo tra due corsi d'acqua (il Rio Trasta, appunto e il Polcevera).

Il nome Murta, infine, deriva dalla pianta del Mirto, sacra a Venere che, uscendo dal mare da cui nasce, si copre le parti intime con un ramo di mirto, appunto, simbolo di fertilità e amore eterno. Secondo lo storico Persoglio,  a Murta esisteva un tempio dedicato a Ericina, la Venere delle popolazioni italiche, simbolo della forza rigeneratrice della natura.

Acqua, natura fertile, abbondanza e rovi (o rose, dal mio punto di vista) sono gli elementi archetipici di cui si nutrono i luoghi che vivo da sempre e costituiscono il nucleo centrale del suo Genius loci (almeno dal mio punto di vista).

Proseguendo la ricerca, ho tentato di districarmi nel complesso meandro di popolazioni che hanno abitato questi luoghi prima dell'arrivo dei romani. Un percorso non semplice, dal quale ho tratto alcune conclusioni che riassumo drasticamente (non me ne vogliano gli storici): tra il 3000 e il 2000 a.c. i Liguri dominavano su un'ampia zona dell'Europa occidentale, dalla Spagna, all'Emilia Romagna e alla Sardegna. I Genuati erano una tribù appartenente a questo grande gruppo. Quando i Celti iniziarono a migrare verso il Mediterraneo, i Liguri furono ristretti nel territorio dell'attuale Liguria e, per difendersi dai Romani, unirono le forze con loro, dando vita ad una società definita celto-ligure che rispecchia, in tutto e per tutto, quella delle popolazioni del nord Europa: erano dediti all'agricoltura e alla caccia, erano guidati da sciamani (Druidi) che detenevano la sapienza spirituale, asronomica e medica e adoravano divinità animiste: la natura e i boschi erano da loro considerati sacri e magici. In luoghi ameni erigevano menhir su cui scolpivano teste umane, simbolo della sede dell'anima e delle emozioni. Tra i loro dei, cito Belenus, Dio della Luce di cui ho già parlato in passato e da cui deriva il nome di una bel borgo nelle vicinanze.

La devoziono alla natura è, dunque, una parte fondante del Genius loci della mia terra  (e non so cosa darei per imbattermi in uno di quei menhir o nel tempio della dea Ericina mentre passeggio nei miei boschi!)


Un maestoso Leccio vicino a casa

Le antiche popolazioni celto-liguri che abitavano nella mia zona, si connettevano con lo spirito divino presente nelle varietà botaniche che qui crescono. E allora perchè desiderare di camminare in altre foreste quando anche quelle a due passi da casa erano a tutti gli effetti considerate sacre? Se si cerca la connessione con la natura, questa non può che essere tanto più forte quando la si trova in quegli alberi e quelle piante che crescono sul nostro stesso terreno, respirano la nostra stessa aria e bevono la nostra stessa acqua! Perchè cercare la magia lontano da noi quando, dopotutto, ogni luogo ha davvero un suo Genius loci che lo rende unico e insostituibile? 

La curiosità nei confronti dell'identità storica e culturale dei luoghi che ci ospitano sono fondamentali strumenti per apprezzarli (anche se non sono considerati evidentemente belli) e prendercene cura, perchè sono la nostra casa!

Uno degli aspetti della cultura druidica che più mi incuriosisce è legato alla venerazione degli alberi e all'esistenza di un calendario dedicato ad alcune piante sacre il cui nome è rappresentato da simboli particolari: le lettere dell'alfabeto Ogham. Anche se tutti gli alberi scelti crescono in Italia, non tutti sono presenti nei boschi qui vicino a casa mia. Ho deciso, quindi, di basarmi sulle essenze principali del bosco che cura, molto comuni in tutte le aree forestali entro i 600 m di altitudine, per elaborare uno strumento che possa aiutare te e me a connetterci con lo Spirito del luogo del bosco dietro a casa. 


Il bosco che cura - La Via delle rose, Trasta

Ti racconterò nel dettaglio la simbologia e la medicina delle 12 piante che ho individuato una volta al mese. Ti consiglio di usare i post che usciranno man mano come una bussola per orientare una camminata consapevole verso quella essenza del bosco, per trovarla e stare un pochino di tempo in sua compagnia, onorandone la bellezza e immergendoti nel suo potenziale spirituale. Il ciclo vitale di questo progetto ti porterà in natura e ti darà la possibilità di percorrere La Ruota dell'Anno, uno strumento importante per radicarti nel tempo che scorre, in compagnia della natura e con consapevolezza. Lo abbiamo già fatto in passato con i fiori, ricordi?

Cominceremo nei prossimi giorni con il nocciolo, una pianta che amo particolarmente e che è simbolicamente legata al numeo 9, il mese di settembre. 

Ti interessa fare una chiacchierata in diretta su Instagram su questo tema? Ho in mente anche passeggiate dal vivo nel Bosco che cura e lungo la Via delle Rose per entrare in sintonia con lo spirito del luogo che abitiamo, che ne pensi?

Lasciami il tuo commento, mi farà piacere leggerti! 

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